Il cantautore no vax Giuseppe Povia è stato uno degli ospiti dell’ultima puntata di Non è l’Arena. In studio Povia ha cantato la sua “Libertà di scegliere” e ha parlato delle sue teorie sui vaccini e sul Covid:
“Io non posso mandare all’aria una vita di cure, nella quale ho fatto anche dei vaccini, solo perché non ne faccio uno che mi fa terrore. Io sono un No covid vax e la canzone è totalmente in linea con l’articolo 32 della Costituzione che parla della libertà di scelta. E’ difficile cantare questa canzone in Italia perché un tema sociopolitico accende un dibattito e crea una divisione tra il popolo. Io sono un cantautore molto sociale se mi appassionano dei temi cerco di comunicarli in musica”.
Il rifiuto di Nino Cartabellotta
Massimo Giletti, parlando con Povia, racconta anche che il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, si è rifiutato di condividere lo studio col cantante.
“Mi ha detto ma cosa vengo a fare? Tanto Povia ha la sua idea e non riesco a cambiarla“, ha rivelato in studio il giornalista torinese.
Le parole di Povia
“Io sono no covid vax per terrore, incidono anche due cose personali. Due amici hanno subito danni dai vaccini, giocavamo a pallone la settimana prima, due dosi di Pfizer il primo è deceduto e il secondo ha una trombosi alla gamba, ancora non si muove. Non c’è correlazione, non voglio far polemiche però…secondo me c’è. C’è una babilonia psico-medico-scientifica che continua a creare confusione e aggressività”.
Sul finale la critica alla canzone spot pro vax dei tre virologi Matteo Bassetti, Fabrizio Pregliasco e Andrea Crisanti: “Tra le ragioni per cui provo terrore a farmi questo vaccino qua, che continuate a dire che è l’unica via, ci sono anche questi atteggiamenti dei medici. Non è per sdrammatizzare, questo drammatizza perché il medico perde credibilità. Non mi sorprenderebbe – conclude l’artista lombardo – se li vedessi al Festival di Sanremo con il nastro verde”.