ROMA – “Roberto Saviano è una persona malata, un depresso”. Così Tina Rispoli a Non è l’Arena è sbottata dinanzi a un video dell’autore di Gomorra che parlava dei suoi rapporti con la criminalità organizzata.
A distanza di dieci mesi dalle pompose nozze che li hanno visti protagonisti lo scorso 28 marzo, con tanto di corteo in carrozza che ha bloccato il traffico di Napoli, Tina Rispoli e Tony Colombo sono tornati a difendersi dalle accuse di presunti legami con la camorra. E lo fanno proprio nel salotto di Massimo Giletti che, non più tardi di un mese fa, aveva duramente criticato programmi come quelli di Barbara D’Urso che, a suo dire, non sono da ritenersi di stampo giornalistico, perché nell’affrontare temi come questo “non rispettano le regole deontologiche, né i precetti del giornalismo”.
Tina Rispoli, va ricordato, è la vedova di Gaetano Marino, considerato un boss degli scissionisti e assassinato nell’agosto di sette anni fa in un agguato sul lungomare di Terracina. Secondo una inchiesta di Fanpage sarebbe emerso che entrambi, Rispoli e Colombo, avrebbero rapporti con la malavita e che alle nozze in pompa magna dello scorso marzo erano presenti anche esponenti di spicco di alcune famiglie mafiose.
Ospiti di Giletti i due hanno respinto tutte le accuse professandosi incensurati. Ad un certo punto Tony Colombo ha anche minacciato di lasciare lo studio: “Me ne vado. E’ una vergogna associare la camorra alla mia vita, solo perché deve fare audience. Parliamo onestamente”. Quindi è stato il turno della moglie che alla vista di un video di Saviano, ha tuonato: “Questa è una persona malata, un depresso, ragazzi questo è un pazzo, io ci sto mettendo la faccia. Questo non fa altro che raccontare Gomorra, quello che legge dai giornali”. Ma Giletti l’ha incalzata: “Non potete definirlo come lo definite voi, è un narratore di realtà”. “Ma quale realtà? – ha replicato insofferente lei – Non ce la facciamo più a sopportarlo. Dal 2004 sta raccontando sempre la stessa storia. Abbiamo capito”.
Alla fine Massimo Giletti ci ha tenuto a mettere le mani avanti rispetto a chi lo criticava per aver affrontato gli stessi temi della D’Urso nel nome della spettacolarizzazione: “Non ho mai avuto scheletri nell’armadio – ha detto – e per questo ho sempre avuto la libertà di poter dire a tutti quello che penso. Hanno detto che attacco Barbara d’Urso, no: noi attacchiamo un modo di fare televisione che per me è irresponsabile. Non è stata solo la d’Urso a parlare di questa storia, ma anche altri, senza porsi le domande che avrebbero dovuto porsi”.
Fonte: Non è l’Arena