Paola Perego: "Laura Boldrini dovrebbe occuparsi anche dell'odio sui mezzi stampa" Paola Perego: "Laura Boldrini dovrebbe occuparsi anche dell'odio sui mezzi stampa"

Paola Perego: “Laura Boldrini dovrebbe occuparsi anche dell’odio sui mezzi stampa”

Paola Perego: "Laura Boldrini dovrebbe occuparsi anche dell'odio sui mezzi stampa"
Paola Perego: “Laura Boldrini dovrebbe occuparsi anche dell’odio sui mezzi stampa”

ROMA – La Boldrini “dovrebbe occuparsi anche dell’odio attraverso i mezzi di stampa tradizionali… perchè non fa meno male. Quando è una donna che dice di difendere le donne ad attaccarti su un quotidiano importante fa male nella stessa maniera. Sì, sto parlando della Boldrini, si era schierata contro; ma non solo, ci sono state diverse donne”. Risponde così Paola Perego a Maria Latella su Radio 24 alla domanda su cosa pensi della campagna contro l’odio sui social della Boldrini stessa. E aggiunge:

“I social sono questo; andrebbe organizzato in maniera tale che ci fosse un mediatore, che non fosse concesso di nascondersi dietro falsi profili. Però non dobbiamo nemmeno dare troppa importanza a persone che attaccano solo per il gusto di attaccare. I social rendono i personaggi famosi più “raggiungibili”, prima era come se fossimo irraggiungibili: se posti la foto a casa mentre fai colazione sei assolutamente raggiungibile”.

Paola Perego quindi prosegue ai microfoni di Radio 24:

Credo che questo paese non ti perdoni il successo e molte di queste persone vivono in situazioni più difficili, si accaniscono, si sfogano con cattiveria contro chi per loro sta immeritatamente meglio. E’ comprensibile, si capisce, ma non è colpa mia. Mio padre faceva il falegname, guadagnava due lire e ci manteneva in quattro. Ho vissuto quindi quella condizione, ma io non ce l’avevo contro chi stava meglio di me, anzi dicevo “beati loro”. Mia sorella fa l’impiegata e fa fatica ad arrivare a fine mese ma non è che mi odia perché io ho avuto la fortuna, sì, anche la fortuna, di poter trovare un lavoro che mi consente di vivere meglio, in maniera più agiata. Ho iniziato a lavorare a 16 anni perché mentre studiavo avevo bisogno di guadagnare per aiutare i miei genitori. Ho lavorato in una cartiera, ho fatto la barista, la segretaria di un geometra. Poi mi hanno proposto di fare la modella: mi andava bene perché mi faceva guadagnare meglio. Mi dicevo “faccio questo lavoro finché studio poi troverò un lavoro serio”….e sono qui dopo 34 anni. Poi mi hanno proposto la Tv; ho iniziato con Ric e Gian, poi Teocoli e Faletti… ho avuto grandi maestri”.

Gestione cookie