Tutti i soldi del mondo: su Rai 3 in prima serata il film di Ridley Scott sul sequestro di Paul Getty III. Un caso che fece scalpore nel 1973 e che rivelò il consolidamento in Italia di una vera industria dei rapimenti a scopo di estorsione.
In due decenni 650 sequestri, base finanziaria con cui le organizzazioni mafiose furono in grado di gettarsi nei più lucrosi affari del traffico di droga come delle speculazioni edilizie.
Tutti i soldi del mondo: su Rai 3 il film sul sequestro di Paul Getty III
In ‘Tutti i soldi del mondo’, basato sul rapimento in Italia nel 1973 di John Paul Getty III (Charlie Plummer), quello che colpisce di più è la maniacale avarizia del nonno, il magnate del petrolio Jean Paul Getty I.
Lo interpreta Christopher Plummer (un ruolo che era di Kevin Spacey prima del suo allontanamento dal set dopo lo scandalo molestie).
Considerato allora l’uomo più ricco del mondo il magnate era totalmente incapace di spendere il suo denaro e perfino disposto a lavare le sue camicie in albergo pur di non pagare il servizio.
L’orecchio tagliato, la riluttanza del nonno a pagare
Scritto da David Scarpa e liberamente ispirato al romanzo omonimo di John Pearson, il film, girato in Italia, ricostruisce, con una certa libertà ed alcuni inevitabili stereotipi sul nostro Paese, un fatto di cronaca che fu un caso mediatico internazionale.
E che ebbe il suo apice quando i rapitori tagliarono un orecchio al giovane rampollo dopo l’ennesimo rifiuto di pagare da parte del nonno.
Tutto inizia il 10 luglio 1973, quando Paul Getty III viene rapito a Roma a piazza Farnese dalla ‘ndrangheta che chiede un riscatto di 17 milioni di dollari.
Da qui una lunga trattativa della coraggiosa madre di Paul, Gail (Michelle Williams). Affiancata dell’uomo della sicurezza del nonno, Fletcher Chace (Mark Wahlberg), per scongiurare l’assassinio del ragazzo.
Paul Getty III viene finalmente liberato il 17 dicembre dello stesso anno, sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, grazie al tardivo ripensamento del nonno che paga 1 miliardo e 700 milioni di lire.
“Chi riesce a contare i suoi soldi non è un vero miliardario”
“Aveva fegato e cervello – dice Ridley Scott del nonno, l’avaro magnate del petrolio – . Non si va in Medio Oriente nel 1948 a comprare diritti petroliferi e terreni se non hai coraggio e intelligenza.
Era un uomo geniale, ma questo aspetto sparì di colpo quando gli venne chiesto quanto avrebbe pagato per suo nipote. Lui rispose con un secco: ‘niente’. Tutti rimasero profondamente scioccati. Ma in questo modo lui stava mandando un messaggio anche ai rapitori.
Frase cult del film, quella dello stesso magnate: “Chi riesce a contare i suoi soldi non è un vero miliardario”.