Pietro Taricone oggi avrebbe compiuto 46 anni: il ricordo del concorrente del primo Grande Fratello

Pietro Taricone è scomparso il 29 giugno 2010 a Terni a causa di un incidente con il paracadute. Dopo l’incidente c’è stato un delicato intervento chirurgico che però non è andato a buon fine. 

Il concorrente divenuto famoso per aver partecipato alla prima edizione del Grande Fratello ha lasciato la compagna Kasia Smutniak e la figlia Sophie. Oggi 4 febbraio 2021, Pietro avrebbe compiuto  46 anni. 

Piero Taricone, il ricordo

L’attore era appassionato di paracadutismo. Il 28 giugno 2010 ha avuto un grave incidente dopo un lancio. Ricoverato in gravissime condizioni e con fratture multiple fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico che, malgrado le nove ore di durata, non riuscì a salvargli la vita.

Taricone era nato a Frosinone il 4 febbraio 1975. Nel 2000 la prima edizione del reality show di Canale 5: malgrado il terzo posto divenne uno dei concorrenti più popolari.

Dopo il Grande Fratello intraprese la carriera di attore e partecipò a numerose fiction, tra le quali Distretto di polizia 3, Codice rosso, Crimini, Don Gnocchi – L’angelo dei bimbi, La nuova squadra, Tutti pazzi per amore e Baciati dall’amore.

Piero Taricone al cinema 

Non solo tv. Taricone ha partecipato anche a diversi film, tra i quali Il segreto del successo, Ricordati di me di Gabriele Muccino, Maradona – la mano de Dios di Marco Risi, Feisbum – il film e Radio West.

Kasia Smutniak la conobbe nel 2003 sul set di Radio West. Un anno dopo la nascita di Sophie, sua figlia, che oggi ha 16 anni.

Kasia Smutniak, per ricordare il compagno, nel 2011 ha fondato la Pietro Taricone Onlus. Si tratta di una scuola che si occupa dell’educazione di oltre cinquanta bambini e della protezione della cultura mustangi in Nepal.

Il progetto della scuola era nato per caso. La Smutniak lo ha raccontato nel 2015 a Il Giornale: “Quasi 20 anni fa sono andata in Mustang con Pietro per fare trekking. Abbiamo perso la cognizione del tempo e ci siamo rimasti per quasi un mese”.

“Sulla strada di ritorno dal Mustang, parlavamo tantissimo del fatto di voler fare qualcosa per quelle persone”.

“Per due anni ho girato cercando un progetto, e così ho conosciuto meglio il Mustang e ho pensato che in un posto dove non c’è veramente niente, neanche gli ospedali, bisogna cominciare da una scuola, perché solo imparando puoi in qualche modo crescere”. 

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