Rai, Antonio Caprarica si licenzia: “Farò causa all’azienda”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA
Rai, Antonio Caprarica si licenzia: "Farò causa all'azienda"

Antonio Caprarica (Foto Ansa)

LONDRA – Antonio Caprarica, dopo 25 anni di onorato servizio, di cui 15 in corrispondenza da Londra, si licenzia e annuncia: “Farò causa alla Rai”. Capranica dice di aver maturato la sua scelta di troncare con il servizio pubblico dopo aver subito “crescenti pressioni con metodi inammissibili e offensivi”. “Di fronte al mio rifiuto della proposta di andare via dall’azienda con un incentivo – spiega all’Ansa – ho ricevuto contestazioni risibili”.

Non avrei mai immaginato – si legge in un comunicato dello stesso giornalista – di lasciare in questo modo l’azienda della mia vita, dopo oltre un quarto di secolo di servizio onorevole e immacolato in ogni angolo di mondo. Troncare questo rapporto con effetto da oggi, come ho appena comunicato alla direzione del personale, è per me l’unica possibilità di immediata reazione alle crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi.

Ho respinto finora gli attacchi rivoltimi, dimostrandone l’infondatezza, ma né la mia salute né la mia dignità mi consentono di rimanere ulteriormente in Rai. Purtroppo, la mia vicenda illustra drammaticamente l’assenza di qualsiasi organo aziendale di garanzia per i lavoratori, giacché il consiglio d’amministrazione – da me informato su ogni passaggio della persecuzione – ha preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che chiedere spiegazioni al direttore generale. Con buona pace per il codice etico della Rai”.

E conclude:

“Non mi resta, con profonda amarezza, che sbattere la porta e andare dritto nelle aule dei tribunali, chiedendo ai giudici la tutela dei miei diritti e della mia onorabilità contro il vertice Rai, che dev’essere ricondotto al rispetto delle regole. Bisognerà battersi per assicurare, in questa situazione, un futuro al servizio pubblico, e io continuerò a farlo da cittadino e da giornalista”.