Fabio Fazio fa flop e partono i siluri. Maurizio Gasparri (FI) apre il coro, ma lo segue Michele Anzaldi del Pd. Anzaldi non perdona. Anche il Fatto lo scarica.
Sentenzia Davide Maggio: “Fazio (si concentri) per trovare soluzioni per rendere più accattivante il programma. L’allegra combriccola di Caschetto non basta”.
Lunedì 9 ottobre 2017, Che Tempo Che Fa, la trasmissione condotta da Fazio in coppia con Luciana Litizzetto, ha ottenuto 1.197.000 spettatori con il 9.1% di share. Un risultato basso, al di là di ogni considerazione. Anche i dati della domenica registrano una sconfitta di Fazio, non tanto clamorosa ma ancor più cocente, perché il confronto era con un’altra icona della sinistra organica, Gianni Morandi. Morandi domenica ha battuto Fazio 18,4 a 18 per cento di share.
Gasparri a testa bassa
Quella di Gasparri è una autentica catilinaria:
“Milioni e milioni di euro buttati solo per consentire alla sinistra radical chic e alla pletora di amici di Fazio di avere una tribuna in prima serata su Rai Uno è stato un suicidio”, quindi “La Rai ammetta l’errore e corra ai ripari.
“Non bisogna solo cambiare il direttore di Rai Uno.
“Bisogna togliere Fazio. Tutto il palinsesto della rete è stato costruito per far decollare la sua trasmissione, per assecondare i voleri del suo agente, e adesso ci si trova di fronte a un flop clamoroso e a una rete in affanno”.
Continua Gasparri:
“Il contratto con Fazio ha massacrato la Rai da un punto di vista economico e di audience. E sarà un disastro assoluto quando gli inserzionisti chiederanno conto alla Rai di questo tracollo essendo ‘Che tempo che fa’ in periodo di garanzia. “La domenica sera Rai Uno in sovrapposizione perde punti di share rispetto a Canale 5 e anche il lunedì in seconda serata si arriva a uno stentato 9 per cento, indegno per la prima rete del servizio pubblico”.
Anzaldi rincara
Michele Anzaldi (Pd), segretario della commissione di Vigilanza Rai, conferma: “La trasmissione di Fazio il lunedì sera ha fatto flop. Non c’è da gioirne, perché si tratta dei soldi degli italiani. A sorprendere, però, è la giustificazione autogol dell’azienda del conduttore, l’Officina, che produce il programma”.
“Mentre la Rai si guarda bene dall’esporsi pubblicamente, a difendere la trasmissione interviene la società esterna, che sostiene: non è vero che il programma ha preso la linea al 30%, traino della nazionale di calcio, ma all’8%, alle 23.10. Un ragionamento che non tiene conto del fatto che milioni di telespettatori, pur sapendo che dopo la partita ci sarebbe stato il super sponsorizzato ‘Che fuori tempo che fa’ (girano spot sulle reti Rai da agosto), abbiano preferito cambiare canale. Ma stiamo al ragionamento della società di Fazio: dopo aver preso la linea all’8%, il programma, con gli insulti di Crozza ai vegani, fa il boom di ascolti? Niente affatto. Resta stabile all’8-9% per tutta la durata della trasmissione, salvo poi chiudere alle 24.40 al 7%. Ma se lo share rimane sostanzialmente stabile, pur calando, a crollare sono i telespettatori: durante l’intera durata della trasmissione gli italiani sintonizzati su Raiuno si dimezzano, da 1,5 milioni circa a poco più di mezzo milione. Un calo che difficilmente si può giustificare solo con l’orario: le altre tv calano di meno, in percentuale. Insomma, è la stessa Officina a confermare che Fazio e la sua trasmissione non hanno dato alcun valore aggiunto alla rete ammiraglia Rai, che anzi ha chiuso con meno share di quello di partenza di ‘Che fuori tempo che fa’”.
“In commissione di Vigilanza i vertici della Rai – prosegue Anzaldi – ci hanno spiegato che l’azienda senza Fazio non avrebbe retto, che il suo enorme valore per gli ascolti giustificava il super contratto garantito a lui e alla sua società. A giudicare da questi risultati, però, appare evidente che la scelta di togliere l’informazione dalla seconda serata del lunedì di Raiuno non sta pagando. E aumenta il materiale per l’indagine aperta dalla Corte dei Conti”.
Il Fatto lo scarica
Lorenzo Vendemmiale sul Fatto commenta la trasmissione.
“Maurizio Crozza ormai è inflazionato, e l’ospite d’onore della serata era il ministro Dario Franceschini con l’ennesima presentazione-spot del suo libro Disadorna. Mentre dall’altra parte su Canale 5 c’era il Grande Fratello Vip: così il confronto con la Casa delle celebrità e la comparsata hot di Belen Rodriguez è stato impietoso”.
Ma c’è di più, insiste Vendemmiale:
“A preoccupare non sono tanto i numeri di Fazio, già di per sé deludenti, quanto gli ascolti complessivi della tv di Stato.
Da un paio d’anni, ormai, Fazio va in onda senza concorrenza interna, in una sorta di “regime protetto”: per lasciargli campo libero domenica sera, Report era stato spostato al lunedì (finendo per giunta per soffocare Presa diretta).
“Ora che ha traslocato su Rai 1 portandosi dietro un “tesoretto” tolto al budget della terza rete, anche Rai3 (rimasta senza i soldi necessari per produrre un sostituto di livello) è stata costretta a sbaraccare la prima serata domenicale, che non a caso ha dimezzato gli ascolti”.
Il problema, a quanto pare, non sono i numeri di Che tempo che fa su Rai 1, ma della Rai nel suo insieme: rispetto all’anno scorso, l’operazione ha messo in ballo circa 10 punti come dato complessivo.
“Se Fazio non sfonda la domenica sera, e non funziona nemmeno il lunedì, è un disastro”, spiega a Vendemmiale una fonte interna all’azienda. “Fossi nella direzione inizierei a preoccuparmi seriamente”.
Con le elezioni alle porte. in questo momento nessuno, tanto meno il direttore generale Mario Orfeo, si sente di rinnegare la scelta di Fazio. A Viale Mazzini non resta che sperare che il flop di lunedì sia solo un incidente di percorso. E che una volta finita la concorrenza di Morandi e del Grande Fratello, gli ascolti risalgano.
Ma non era che senza Fazio la Rai crollava?