Rai, Monti pensa a poteri illimitati al direttore e cda depoliticizzato

Mario Monti

ROMA – Mario Monti, presidente del Consiglio e azionista della Rai, sta pensando ad una riforma dell’azienda televisiva nazionale per cambiare la legge Gasparri. Secondo quanto scrive Goffredo De Marchis su Repubblica, Monti sta lavorando alla riforma con Corrado Passera, ministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, che ha già annunciato il blocco del beauty contest sulle frequenze del digitale a Rai e Mediaset.

I problemi della Rai, per Monti, sono due: conti in rosso e struttura gestionale soffocata dalla politica. Il presidente del Consiglio vorrebbe allargare i poteri del direttore generale e diminuire i legami con Palazzo Chigi. Monti vorrebbe ridurre il consiglio di amministrazione da nove a tre membri e nominare un amministratore delegato che abbia deleghe veramente operative, cioè che possa nominare direttori di telegiornali e di rete senza passare per i Palazzi della politica, e che possa firmare contratti con i conduttori senza dover passare attraverso la mediazione dei consiglieri.

In pratica Monti vorrebbe il superamento totale della legge Gasparri, che ha ancorato ogni scelta del cda alla maggioranza, con la sola eccezione del presidente di garanzia, scelto dall’opposizione ma destinato a restare in minoranza.

Secondo quanto scrive Repubblica, Monti vorrebbe che i consiglieri venissero nominati uno a testa dai presidente del Consiglio, della Camera e del Senato. Ma la vera tentazione sarebbe privatizzare la Rai. In ogni caso starebbe pensando ad un aumento del canone del 2012. Già per le imprese è stata varata una norma che inverte l’onere della prova, per cui saranno gli stessi luoghi pubblici come alberghi e bar a dover dimostrare di non usare la televisione, e nel frattempo dovranno pagare il canone, con gettiti nuovi stimati di 70 milioni.

Il decreto di riforma della governance è allo stadio iniziale, ma potrebbe avere sviluppi importanti già nelle prossime settimane, considerato che l’attuale cda Rai scade il 28 marzo.

Il Tesoro interverrà anche sul patrimonio immobiliare della Rai, e a riguardo si pensa alla vendita del Palazzo Labia sul Canal Grande (sottoposto però a rigidissimi vincoli artistici), alla sede di Viale Mazzini, a diversi immobili a Torino. Anche se il vero valore di mercato è però nei ripetitori.Le dismissioni diventeranno obbligatorie. L’urgenza c’è: incombono 320 milioni di debiti nel 2011.

 

 

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