ROMA, 11 DIC – Clima teso a Viale Mazzini in vista della riunione del cda Rai di martedi', quando sul tavolo arrivera' la proposta del direttore generale Lorenza Lei di nominare ad interim Alberto Maccari direttore del Tg1 (fino al 31 gennaio), al posto di Augusto Minzolini, rinviato a giudizio per peculato, che avra' quaranta giorni di tempo per trattare sulla sua futura destinazione.
Dopo la spaccatura trasversale emersa ieri in ambienti del consiglio, fa discutere oggi la presa di posizione del presidente Paolo Garimberti, che e' arrivato a minacciare le dimissioni: ''Se il frutto di tutti questi distinguo – ha detto Garimberti al Corriere della Sera – fosse martedi' un nulla di fatto, con Minzolini che resta al suo posto, io non rimarro' un minuto di piu'. Mi dimettero'. La mia presenza sarebbe incompatibile con la permanenza al Tg1 dopo il rinvio a giudizio''.
''Premesso che ho grande stima del presidente Garimberti che ha sempre tentato di svolgere con equidistanza e serieta' il suo ruolo, vorrei dirgli che in questo caso i diktat non servono'', commenta il consigliere Rodolfo De Laurentiis, che insiste, in caso di ''rimozione (sospensione o trasferimento?) di Minzolini'', per ''un nome di livello per dare autorevolezza, credibilita' e stabilita' al Tg1. Qui non si tratta di un problema di schieramento come leggo su qualche giornale, perche' esistono professionisti stimabili sia a destra che a sinistra. L'unica cosa che la Rai non puo' permettersi – conclude De Laurentiis – e' la logica del tampone e del rinvio''.
L'uscita di Garimberti e' ''una caduta di stile'', taglia corto il consigliere Antonio Verro. ''Vanno poste questioni aziendali e non questioni personali'', aggiunge. Il nodo e' politico – con il rischio di uno scontro tra Pdl, Pd e Udc in Rai nel pieno dell'approvazione della manovra varata dal governo – ma anche giuridico. La proposta del dg poggia infatti sull'applicazione della legge 97 del 2001, che prevede la possibilita' di trasferire ad altro incarico, con funzioni corrispondenti, il dipendente della pubblica amministrazione (o di enti a prevalente partecipazione pubblica) per i quali sia stato ''disposto il giudizio''. Ma c'e' chi contesta l'applicabilita' di tali norme alla Rai, in quanto non assimilabile in toto alla P.A.