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Rai: tra Tg, Santoro e Dandini è scontro sul pluralismo

di admin |22 Settembre 2010 23:31

Mauro Masi

Il tema del pluralismo del servizio pubblico televisivo accende la discussione all’interno della Rai, ma irrompe anche nella maggioranza di governo con la presentazione di una mozione da parte del gruppo alla Camera dei deputati di Futuro e Libertà. L’attenzione è puntata tutta sui tg, ma anche sui programmi satirici e di approfondimento appena partiti o in fase di avvio. Giovedì 23 scatta ‘Annozero’, con le polemiche legate ai monologhi di Marco Travaglio, mentre la prossima settimana dovrebbe essere la volta di ‘Parla con me’, cda di giovedì permettendo.

A movimentare la giornata la presentazione della mozione dei finiani, che contestano il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e il direttore generale, Mauro Masi. Il pluralismo è però anche richiamato dal presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che chiede al servizio pubblico di ”essere attento a tutte le sensibilità del Paese” ed è al centro dell’intervento del presidente della Rai al Prix Italia di Torino. ”Stiamo assistendo sempre di più al tentativo della politica e dei governi di mettere le mani su informazione e tv pubbliche. Dico no a questo voler provare a trasformare la tv pubblica in televisione di Stato, che è un altro concetto”, afferma Paolo Garimberti, denunciando il ”collateralismo strisciante tra partiti, telegiornali e talk show”.

Il presidente preferisce non parlare di ‘Annozero’, ma è proprio sul programma di Michele Santoro che si accende la polemica. In particolare sui monologhi di Marco Travaglio, che domani, in assenza di un contratto firmato, sarà presente come ospite. ”Lo spazio affidato a Travaglio non consente un adeguato contraddittorio – afferma il direttore generale della Rai, Mauro Masi, in Commissione di Vigilanza – Le mie non sono circolari, ma richiami alle norme esistenti e il controllo del pluralismo spetta al dg. Santoro andrà in onda se rispetta le regole e la questione del contraddittorio resta aperta”.

”Travaglio non è un opinionista, racconta fatti ed è inscindibile dalla trasmissione”, afferma Michele Santoro, respingendo ”ogni tentativo di limitazione alla libertà di espressione e alla autonomia dei giornalisti”. Il conduttore di ‘Annozero’, parlando delle note inviate da Masi, fa sapere che ”ospiti, argomenti e composizione del pubblico spettano al conduttore” e chiede al dg ”di prendersi le proprie responsabilità, decidendo chiaramente se mandare in onda o meno i programmi”.

Una richiesta sulla linea di quella espressa da Serena Dandini, che, alla vigilia del cda che dovrebbe sbloccare il contratto di ‘Parla con me’ e dopo le polemiche legate allo spot – bloccato perché ritenuto inopportuno, per la parodia del direttore del Tg1 Augusto Minzolini – invita l’azienda a scegliere. ”La Rai ha tutto il diritto e la possibilità di non produrre un’altra stagione di ‘Parla con me’ – scrive la presentatrice – Certo è che se domani il contratto sarà approvato, bisognerà garantire le migliori condizioni per farci fare liberamente il nostro lavoro”.

Masi, comunque, in serata apre la strada alla firma del contratto, assicurando che ”il tema non esiste”. ”Ne ho parlato tempo fa con la conduttrice e non ci sono problemi – dice Masi – Riguardo allo spot su Minzolini, sono d’accordo con quanto ha detto Garimberti, ma non credo che sia un tema importante e pertinenza del dg. Non penso che si possa presentare un programma sfottendo gli altri dipendenti dell’azienda, facendo un favore a Mentana. Poi in trasmissione la Dandini fara’ come vuole e lo sa”.

Quanto alla polemica sul Tg1, sempre in serata Masi dice: ”Non faccio ammonimenti sul singolo caso. Le direttive valgono per tutti, anche per Minzolini, Orfeo e Berlinguer. Non ci possono essere zone franche. Sul rispetto delle regole, vedrete, andrò fino in fondo. Chi non le rispetta si pone al di fuori della governance aziendale. Sulle sanzioni vedremo, le procedure aziendali sono macchinose, ma esiste anche l’authority. Vedremo poi chi effettivamente non le rispetterà, perché c’è chi in pubblico fa il galletto, ma poi in privato chiede di fare le docufiction. A questa gente interessano gli ascolti, non la politica”.

”Io ho mandato in onda piu’ trasmissioni di approfondimento rispetto al passato, le ho mandate in onda tutte – sottolinea Masi – Certo alcuni programmi sono impensabili in altri Paesi, sono un unicum mondiale. Programmi dove si contrattualizza un opinionista che e’ noto a tutti che e’ di una parte sola. Programmi dove il conduttore ghigna e il pubblico fa buu. Questa e’ tv faziosa, non e’ servizio pubblico. Io non ci sto”.

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