Rai: il palinsesto Masi bloccato da un consigliere Pdl. Spunta il caso Annunziata e lo zampino di Vespa

In casa Rai è una chiusura d’anno un po’ burrascosa, specialmente per il direttore generale Mauro Masi. Ci sono da gestire la questione Sanremo e i dissapori tra Giovanni Minoli e Gianni Morandi: il primo, responsabile per i programmi per i 150 anni dell’Unità d’Italia,  ha dato forfait alla conferenza stampa di presentazione. Altra grana per il dg è il palinsesto primaverile dove, come ciliegina sulla torta, è spuntato un programma per Lucia Annunziata in seconda serata su Raitre di sei appuntamenti.

La mossa però non è piaciuta ad Antonio Verro, consigliere di maggioranza in quota Pdl: “Così non c’è pluralismo. Se il palinsesto è solo una riproposizione del vecchio, di quello del 2010, con l’aggiunta di un altro programma sbilanciato in modo clamoroso a sinistra, io non firmo nulla”.

Davanti a tale opposizione “amica” Masi ha dovuto incassare il colpo e ritirare il suo programma per la primavera, fermandosi con il palinsesto a febbraio.

L’avvertimento di Verro è stato chiaro: “Se a gennaio non cambieranno le cose io voterò contro” e ha motivato il suo stop dicendo che “nel palinsesto non c’è niente di nuovo rispetto alla stagione passata. L’unica novità sono sei puntate in seconda serata su Raitre condotte da Lucia Annunziata. Nel mio atteggiamento, non c’è nulla di censorio. Il pluralismo non si fa sottraendo ma semmai aggiungendo qualcosa”.

Resta in bilico, dunque, la programmazione di viale Mazzini e quindi anche Annunziata e il suo programma. A questo punto c’è da chiedersi come sia stato possibile un colpo a Masi partito dai suoi? Probabilmente la spiegazione non è politica, ma tutta interna a mamma Rai. Potrebbe esserci lo zampino di Bruno Vespa ben attento a chi occupa le seconde serate dell’azienda e non proprio felice di avere concorrenti del suo “Porta a porta”.

Ma c’è anche chi dice che dietro l’Annunziata ci sia Massimo D’Alema e questo confermerebbe, accettata questa tesi, l’asse con Masi e poi Silvio Berlusconi.

Tutto questo preoccupa il dg proprio quando le cose stavano andando un po’ meglio, almeno per i conti. La Rai ha ridotto la perdita dell’esercizio 2010 a 108 milioni e ha approvato un budget 2011 in leggero attivo, secondo quanto riferisce il Sole 24 ore.

Arriverà il tanto agognato pareggio, almeno dovrebbe, grazie a una manovra di risparmio sui costi pari a 86 milioni di euro. Intanto è stato anche adeguato il canone in linea con l’inflazione programmata: un’euro e 50 in più per un totale di 24 milioni di introiti per l’azienda.

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