Rai, è scontro tra i partiti. Ma Pd e Pdl restano cauti per non scottarsi

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le scelte compiute lo scorso venerdì da Mario Monti sulle nomine Rai, non sono piaciute ai partiti che scalpitano, ma la maggioranza non scende in campo. Sui bastioni, Pd e Pdl, si limitano a scrutare e osservare, intenzionati per motivi diversi a non scottarsi ulteriormente. Il rischio è che il governo decida anche i nomi dei sette componenti del cda Rai – è la proposta dell’ex ministro Giuseppe Fioroni e del componente della Commissione di vigilanza Rai Giorgio Merlo – togliendo ai partiti la possibilità di nuove lottizzazioni. Oppure, con il Pd che si tira indietro, che sia il Pdl l’unico ad avere voce in capitolo. Intanto gli azzurri provano a blindare Lorenza Lei. Angelino Alfano, sabato scorso, da Santa Margherita Ligure ha detto: “I nomi che il presidente Monti ha fatto per la Rai  sono ottimi nomi, non abbiamo nulla da obiettare sul piano dei curricula. Ci chiediamo solo perché sia stata sostituta Lorenza lei che aveva ottenuto ottimi risultati aziendali. E una azienda si misura per i risultati”.

“Calma e gesso” è la posizione di Silvio Berlusconi, al di là dei colpi sferrati dai suoi che scalpitano al grido di “commissariamento”. Berlusconi attende al varco l’avversario. E Bersani resta barricato: “Sono fermo, noi restiamo fuori”. Dopo le polemiche sulle authority scatenatesi nei giorni scorsi, non ha intenzione di sporcarsi ancora le mani.

Al capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto sembra che la Rai sia stata di fatto “commissariata”: il cda , sostiene , è stato “depotenziato”, il direttore generale perde poteri. Insomma, a comandare sembra essere solo il presidente della Rai, nella fattispecie l’attuale a numero due di Bankitalia Anna Maria Tarantola. “Pensare di snaturare del tutto gli attuali assetti rovesciando pesi e contrappesi – avverte Cicchitto – potrebbe diventare una forzatura inaccettabile, per cui invitiamo tutte le forze in campo ad una attenta riflessione”.

Ma che la Rai sia nelle mani di un commissario straordinario non è solo il centrodestra a pensarlo. Anche nel Pd c’è chi usa la stessa espressione. La differenza è che ai democratici, ancora scottati dalle polemiche sulla “lottizzazione” delle nomine dei componenti di Agcom e Privacy, tutto sommato la situazione non dispiace troppo. E c’è chi, come l’ex ministro Giuseppe Fioroni e il componente della commissione di Vigilanza Rai Giorgio Merlo, chiedono a Monti di completare l’opera e di indicare anche i nomi dei sette componenti del cda Rai, togliendo ai partiti la possibilità di nuove lottizzazioni: la commissione di vigilanza Rai, che ha il compito di votare il nuovo cda, dovrebbe limitarsi a ratificare la lista di Monti.

La proposta viene fatta propria dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che si dice pronto a rinunciare a indicare suoi candidati se il premier avocherà a sé la scelta. Una proposta che non piace per nulla al Pdl, che la boccia senza appello: secondo Gasparri la proposta è “demagogia pura” visto che la legge non dà questo potere a Palazzo Chigi.

Insomma, la tensione sale, e sembra destinata a produrre nuove fibrillazioni in Parlamento, dove i mal di pancia per le nomine decise da Monti non sono solo nel Pdl: oltre la scontata opposizione dell’Idv (per Belisario il governo ha avviato “il saccheggio del servizio pubblico”) più di una perplessità c’è anche dentro Futuro e Libertà, dove Fabio Granata, contrario all’arrivo dei banchieri a viale Mazzini, annuncia una “mozione di censura” all’indirizzo del governo.

A queste voci critiche si aggiunge quella di Nichi Vendola che parla di ”degrado culturale” e teme che Monti voglia ”privatizzare la Rai”.

Difesa piena dell’operato di Monti da parte del ministro dell’Istruzione Profumo: i criteri seguiti sono stati ”la professionalità, l’esperienza, l’indipendenza e l’aver gestito sistemi complessi”. Quanto al ruolo della Rai, il ministro ha detto che oggi  “la tv pubblica dovrebbe fare quello che fece il maestro Manzi nel passato: allora fu importante portare la scuola a tutti, oggi credo che di debba portare a tutti l’idea di Europa”. Una conferma in più che alla Rai la musica sta per cambiare.