Raz Degan rivela: “Mia madre mi ha partorito in una baracca”

Raz Degan: "Mia madre mi ha partorito in una baracca"
Raz Degan: “Mia madre mi ha partorito in una baracca”

ROMA – Raz Degan ha raccontato la sua storia a Giulio Base. Il suo vissuto è stato riproposto nel corso della semifinale dell’ Isola dei famosi, trasmessa martedì 4 aprile. Raz Degan ha spiegato di essere nato in una minuscola clinica che era poco più di una baracca: “Mia madre mi ha partorito nel kibbutz, non c’era neanche un ospedale. È andata in una baracca, una clinica piccolissima”.

A Giulio Base, che gli chiedeva di spiegare cosa fosse un kibbutz, ha raccontato:

“Ai miei tempi il kibbutz era diverso da come è oggi. Il modo più diretto, comodo e facile per spiegare cosa sia, è paragonarlo a un campeggio, dove tutto era di tutti. C’era una grande mensa dove potevi mangiare senza pagare. C’erano le macchine…potevi prendere le chiavi, scrivere il tuo nome e guidare. C’era una scuola dove andavano tutti a studiare. Le persone lavoravano nei campi o in fabbrica”.

Quindi ha spiegato che al posto del denaro si usavano dei punti:

“All’inizio dell’anno ti davano dei punti, in base al numero di membri della famiglia. Quando andavo al negozio e prendevo ciò che mi serviva, non davo mai contanti, davo i punti. C’era grande armonia. Ad esempio dicevamo: ‘Hai il latte?’ oppure ‘Mi manca il riso’. E poi sono morti con il capitalismo, quando hanno iniziato a dire ‘No, io voglio un televisore più grande, io voglio la mia macchina, io voglio un’altra stanza’. Io ho dei ricordi bellissimi, camminavo scalzo, andavo sul fiume a pescare, dormivo con amici sotto le stelle. I ragazzi si divertivano ma sempre dentro quel sistema protetto. Non c’era la polizia. Le nostre cose le sistemavamo sempre internamente”.

Raz Degan ha anche parlato degli anni del militare, che è stato costretto a fare. Subito dopo, ha lasciato Israele non tornando mai più.

“Ho fatto tre anni di militare. Sono stati duri e poi a quell’età non passano mai. Io non voglio fare la guerra con nessuno. Purtroppo non avevo la possibilità di non fare il militare. Dovevo farlo. Ho finito il militare giovedì e ho lasciato Israele domenica. Pensa te, solo due giorni dopo il militare. Non sono più tornato. Casa mia è la Puglia, Cisternino e il trullo. Quello per me è tornare a casa”.

Infine, il naufrago ha riflettuto sul fatto che alla soglia dei 50 anni non abbia né moglie, né figli:

“Ieri sera, quando ero sveglio, in pieno dolore, mi sono venuti in mente questi tre anni di militare, come mi sono venute in mente tante altre cose. La vita è un viaggio, non una destinazione. Non bisogna mai mollare, perché lascia un gusto amaro, nella profondità del tuo essere. Ti lascia un’acidità che non capisci neanche da dove arrivi, ti senti frustrato senza sapere perché. Con la mia scelta di essere nomade e viaggiare oltre i confini sia interiori che esteriori, ho creato la vita che ho. Ho quasi 50 anni e non ho famiglia, non sono sposato e non ho figli. Ma tutto può cambiare”.

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