Renato Zero a Domenica In: "Con i miei lustrini ho vendicato mio padre poliziotto" Renato Zero a Domenica In: "Con i miei lustrini ho vendicato mio padre poliziotto"

Renato Zero a Domenica In: “Con i miei lustrini ho vendicato mio padre poliziotto”

Renato Zero a Domenica In: "Con i miei lustrini ho vendicato mio padre poliziotto"
Renato Zero a Domenica In: “Con i miei lustrini ho vendicato mio padre poliziotto”

ROMA – Il 25 novembre a Domenica In è stata la giornata di Renato Zero. Intervistato da Mara Venier, il cantante si è raccontato a 360 gradi, dagli esordi di carriera: “Gli inizi sono stati difficili, uscivo con il boa di struzzo e pregavo di non tornare pieno di botte. E ti ricordi quando rincorrevi con il bastone Jerry Calà?”, ha detto Zero all’amica di lunga data, che non ha però mancato di rimproverargli il ritardo: “Hai rivoluzionato la scaletta di Domenica In, dovevi arrivare prima”. Al che lui ha replicato serafico: “Be’, menomale, ‘un c’è niente in questa televisione. Mi sono arrivate un sacco di richieste, la zeromania è un virus. Come si guarisce? Basta comprarmi i dischi! Se ti sento, Mara? Sì, ma sono io che non mi sento. A volte mi chiamo da solo per sapere se ci sono. Dici che sono in forma strepitosa? Merito del mio materasso, mi siedo e plooofff! Sono così perché canto molto, soprattutto in presenza dell’avvocato”.

Poi è andato in scena il siparietto sulla vita privata di Mara Venier, con Zero che ha parlato di una amicizia “molto travagliata perché sei sfuggente, non rispondi mai a questo cellulare! Poi mi chiami e dici “non ci vediamo mai. Non pranziamo mai insieme” e poi tutti questi mariti, sei peggio della dea Kalì”. E lei a replicare: “Ma no… te sei rimasto al Ciucheba, a Castiglioncello, sono 20 anni che sto sempre con lo stesso uomo”. E lui: “Te sei una donna intelligente che lascia la porta aperta agli ex. E racconterei un aneddoto: stavamo al Ciucheba e ti eri sposata con il nostro amico Jerry Calà e ogni volta a mezzanotte come la scarpetta di Cenerentola veniva fuori Jerry che correva per tutto il locale con te dietro armata di bastone che lo volevi massacrare di botte. Una sera non veniste e non facemmo una lira nel locale!”. “Eh sì lo trovavo sempre con qualche ragazza nei bagni”, ha confermato lei. 

Poi si è passati agli inizi di Zero: “Da dove è partito tutto? Dal distintivo di mio padre che era un poliziotto. Non amavo la divisa perché mi sottraeva mio padre e questo mi feriva tantissimo. Con i miei lustrini ho reso giustizia a un uomo che poteva diventare un gran bravo tenore, ma la vita lo ha costretto a fare delle scelte. Aveva quattro figli. Il carrettone mi si beveva, faceva delle retate e incontravo mio padre sempre al commissariato. Mi diceva “ancora qui?”, era una roba umiliante. Diceva con orgoglio ai colleghi che ero suo figlio e quelli si guardavano come a dire “certo le disgrazie non vengono mai da sole”. Poi c’è stato il riscatto perché io improvvisamente sono diventato Renato Zero, i colleghi andavano da mio padre a chiedergli i biglietti e lui con orgoglio sventolava il suo biglietto pagato. Pagato”.

Quindi Mara Venier ha affrontato l’argomento Lucy, la fidanzata storica di Zero, che ha però liquidato la cosa: “Non ho mai pensato di sposarmi. Non sono cliente di nessuna bomboniera e di nessun confetto. Sono sposato con il pubblico. Ho avuto una famiglia numerosa meravigliosamente presente, vivevamo in 10 nella stessa casa e ogni volta che uscivo di casa con il boa di struzzo mi facevo il segno della croce e pregavo di non tornare con i cerotti. C’era una sorta di tiro al segno, verbale e alcune volte fisico. Come reagivo? Tornavo indietro e chiedevo “ma ti ho fatto qualcosa di male?”. Quest’atteggiamento mi fruttò la solidarietà della borgata”.

 

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