Sabrina Salerno a Verissimo: "Quando mio padre mi disse: non ti darò mai amore" Sabrina Salerno a Verissimo: "Quando mio padre mi disse: non ti darò mai amore"

Sabrina Salerno a Verissimo: “Quando mio padre mi disse: non ti darò mai amore”

Intervistata da Silvia Toffanin, ospite nel salotto di Verissimo, Sabrina Salerno ha parlato anche del rapporto, conflittuale, col padre:

“Avendo avuto una situazione molto difficile con lui – spiega l’artista – ero molto prevenuta con gli uomini. Mia madre mi ha avuto a 18 anni e non ce la faceva a prendersi cura di me, sono cresciuta con i nonni. Ma comunque la sentivo. Mio padre invece non c’è mai stato, a 12 anni lo cerco nell’elenco telefonico e lo chiamo. Da lì, l’ho visto una decina di volte, tra i 12 anni e i venti.

Dal momento che non ero stata un figlio desiderato, lui non poteva darmi niente. Ho vissuto il suo rifiuto per anni, mi ha riconosciuto a 45 anni. Cerco ancora adesso che non c’è più di perdonarlo, ma è un percorso difficile. Mio padre mi ha chiesto scusa tante volte, anche nell’ultimo anno prima di morire. Ma se ti dicessi che sono serena e l’ho perdonato, sarebbe un’ipocrisia. A 45 anni mi ha riconosciuto ma mi disse ‘Non ti darò mai amore’. Ci penso sempre a quelle parole”.

Verissimo Sabrina Salerno: “A 17 anni ho incontrato un uomo manipolatore che cercava i miei punti deboli”

“A 17 anni – racconta Sabrina Salerno – ho incontrato un uomo manipolatore, verbalmente violento, che cercava i miei punti deboli per colpirli e rendermi sempre più fragile. Era un uomo che riusciva a soggiogare tutte le persone che aveva a fianco. Non si dovrebbe parlare male di chi non c’è più, ma non posso perdonarlo.

Sabrina Salerno spiega: “Era una sorta di manager, che guadagnava da tutti i miei proventi. Mi ha rubato tantissimi soldi e ha fatto delle cose che non si possono nemmeno raccontare. Non mi ha fatto avances sessuali, anche se avrebbe voluto, ma credo che abbia abusato di altre ragazze”.

“Ero controllata – continua – non potevo vedere nessuno e non potevo fare niente. Per lui ero la sua creatura e dovevo fare quello che mi diceva: ma su di me non aveva effetto e facevo il contrario. Mi ha fatto vivere un incubo per anni”.

Poi la liberazione: “Poi, a 24 anni, grazie anche all’aiuto degli avvocati, sono riuscita a liberarmi di lui. Ho vinto la causa dopo undici anni anche se non è servito a molto perché i miei soldi li aveva già rubati e li aveva anche già spesi”.

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