Salaì (o Salaino), chi era l'allievo prediletto di Leonardo da Vinci: modello della Gioconda o San Giovanni dell'Ultima Cena Salaì (o Salaino), chi era l'allievo prediletto di Leonardo da Vinci: modello della Gioconda o San Giovanni dell'Ultima Cena

Salaì (o Salaino), chi era l’allievo prediletto di Leonardo da Vinci: modello della Gioconda o San Giovanni dell’Ultima Cena

Salaì (o Salaino) è stato allievo prediletto di Leonardo da Vinci a Milano. Nella serie tv Rai “Leonardo” Salaì viene dipinto come un giovane ladro pieno di risorse. Di certo è stato allievo del grande maestro. E di sicuro Leonardo di lui si fidava. C’è chi ipotizza anche siano stati amanti. E poi avrebbe posato per una delle sue opere più celebri: la Gioconda o l’Ultima cena?

Salaì, allievo prediletto di Leonardo, chi è: vero nome e significato soprannome

Il vero nome di Salaì (o Salaino) Gian Giacomo Caprotti. Il soprannome di Salaino deriva da Saladino e può essere tradotto con “diavolo”. Nacque a Oreno (frazione di Vimercate) ma poi si trasferì a Milano, dove diventò allievo prediletto di Leonardo da Vinci.

Il rapporto tra i due è stato definito più volte controverso. Addirittura qualcuno ipotizza che fosse anche amante del grande maestro (sostituendo nel cuore del da Vinci Caterina da Cremona). Di certo Leonardo lo usò più volte come modello. Il suo volto dai tratti androgini, infatti, ben si prestava a raffigurare anche volti femminili.

Salaì: l’arrivo a Milano, il lavoro da garzone nella bottega di Leonardo e la scalata: furono amanti? 

Come spiega Wikipedia: Gian Giacomo Caprotti entrò nella bottega di Leonardo, sistemata in Corte Vecchia, a Milano, di fronte al Duomo e accanto all’Arengo, il 22 luglio 1490. Fu lo stesso maestro ad annotarlo sul primo foglio del Manoscritto C, oggi conservato a Parigi presso l’Institut de France: “Giacomo venne a stare con meco il dì della Madonna del 1490, d’età d’anni 10”.

Fino al gennaio del 1491, la pagina iniziale di quel Codice, ricco di appunti dedicati alla pittura e allo studio delle acque, continuò ad accogliere note di vita quotidiana, e in particolare le malefatte del giovane orenese. “Il secondo dì gli feci tagliare due camicie, un paro di calze e un giubbone, e quando mi posi i dinari a lato per pagare dette cose, lui mi rubò detti dinari della scarsella, e mai fu possibile farglielo confessare, bench’io n’avessi vera certezza – lire 4”. Tempo dopo, sul margine il Maestro aggiunse: “ladro, bugiardo, ostinato, ghiotto”.

Nonostante questo, Salaì guadagnò la fiducia di Leonardo, tanto da diventare il suo accompagnatore durante i viaggi del maestro lontano da Milano. Alla fine Salaì fu anche nominato nel testamento del maestro. Per questi motivi qualcuno ipotizza che i due siano stati amanti.

Salaì modello per la Gioconda o per il San Giovanni Battista dell’Ultima Cena

Secondo alcuni studiosi Salaì sarebbe stato il modello per la Gioconda. Per altri avrebbe ispirato il San Giovanni Battista de L’Ultima Cena di Leonardo. Addirittura coloro che propendono per la tesi della Gioconda dicono che nel celebre dipinto ci sarebbe un indizio. Negli occhi della Monna Lisa vi sarebbero dipinte due lettere: una S, coincidente con la grafia del pittore, nell’occhio sinistro (destro per chi guarda) e una L nel destro. S per Salaì e L per Leonardo.

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