Sottile e Paragone nella nuova La7 di Urbano Cairo

Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 13:10| Aggiornato il 16 Febbraio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Sottile e Paragone ne La 7 "taglia e fuggi" di Urbano Cairo

Sottile e Paragone ne La 7 “taglia e fuggi” di Urbano Cairo (nella foto)

ROMA – Sottile e Paragone ne La 7 di Urbano Cairo. Quanto a colpi, Urbano Cairo si è presentato al doppio mercato estivo di calcio e tv con il centravanti dell’Under 21 Ciro Immobile per il Torino e, è stato ufficializzato in queste ore, Salvo Sottile esule Mediaset e Gianluigi Paragone, l’ex leghista che conduceva e suonava la chitarra su Rai 2, per la nuova squadra La 7. In uscita (a parte Ogbonna destinato alla Juve), i flop della passata stagione, le sorelle Parodi, Geppi Cucciari, cui si aggiungono Nicola Porro, Luca Telese e Gianluigi Nuzzi, approdati ad altri lidi. Il direttore Paolo Ruffili dicono stia meditando, mentre Maurizio Crozza se ne andrà alla Rai il prossimo anno. Anche Gad Lerner la finirà qui.

Sul Fatto Quotidiano, la coppia Carlo Tecce e Giorgio Meletti inquadra questo mercato televisivo tra le scelte di chi non dovrà fare un campionato di vertice, come si dice e piuttosto si limita all’allestimento di una squadra arcigna, esperta e senza costose vedette. “La7, Cairo risparmia per rivendere al meglio”: è questo il nocciolo della questione. “Un anno di galleggiamento”, si sospira nei corridoi La 7. Due anni, gli ricordano Tecce & Meletti, basta guardare la durata dell’interdizione a vendere sul contratto di vendita. 2 anni, 88 milioni di euro in cassa e debito azzerato, al prezzo di un milione, l’obolo simbolico che ha sancito la vendita Telecom.

Nel 2012 la Cairo Communication, concessionaria pubblicitaria di La7, ha venduto spot per 179 milioni di euro e, trattenendo le sue congrue commissioni, ha girato a La7 123 milioni. Una flessione dell’11,6 per cento rispetto al 2011 non è tragica in un mercato che accusa tagli fino al 50 per cento. È dunque evidente che Cairo non vuole investire sul prodotto per aumentare i ricavi pubblicitari, piuttosto si concentra sui costi. Se riuscisse a riportare le perdite 2013 da 66 milioni a una quarantina, avrebbe la concreta speranza di far durare la dote finanziaria ricevuta da Bernabè almeno due anni. Cioè fino alla scadenza del lock-up, cioè il divieto di rivendere La7 imposto da Telecom nel contratto di cessione.