SANREMO – Dopo una esilarante Sabrina Ferilli, una snobbissima Carla Fracci, una fatiscente Donatella Versace e una Belen Rodriguez con paparazzo a mano, Virginia Raffaele è tornata sé stessa. Per la finale del 66esimo Festival di Sanremo l’attrice comica dalle mille facce ha scelto nient’altro che la sua.
Quando ha sceso la scalinata dell’Ariston era emozionata, senza la protezione di una delle sue maschere. Elegantissima in abito lungo nero con spacco profondo e bottoni arcobaleno ha voluto ringraziare Carlo Conti: “Ti ringrazio per la tua disponibilità e per il ricordo di questo Sanremo che porterò sempre con me” gli ha detto mostrandogli il video di quando, due serate fa, ha messo in testa al conduttore una ciocca bionda della parrucca usata per interpretare Donatella Versace.
Mattatrice sul palco dell’Ariston, ma anche in sala stampa, la poliedrica attrice comica aveva già dato un indizio in un’intervista all’Ansa: “Sto studiando il personaggio di Virginia, ma non becco la camminata… E poi ho paura che mi querelo da sola”.
A poche ore dall’inizio della finale, aveva confessato: “Immaginare la reazione della persona che andrò ad imitare è l’ultimo dei miei pensieri”. Tutte le dive imitate, per sincero gradimento o per fare buon viso a cattivo gioco, hanno manifestato apprezzamento. “Fanno piacere i complimenti – ha detto lei – ma fa piacere anche quando qualcuno storce il naso. Va tutto bene, purché se ne parli…”.
“Non mi creo il problema in partenza – spiega – ma faccio quello che sento”. Dopo la fortunata partecipazione da ospite nell’edizione 2015 del festival, sempre con Carlo Conti, quest’anno Virginia è stata promossa nella terna di co-conduttori e si è ritagliata un ruolo da grande protagonista nella kermesse.
“Sono contenta se sono riuscita a portare divertimento e, nel mio piccolo, una novità al festival. Far ridere è una bella responsabilità”, dice. Il pubblico e i giornalisti l’hanno promossa a pieni voti. Raggiante, ringrazia la stampa, che è spesso stata impietosa con altri colleghi comici che al festival invece sono caduti.
Dietro ogni travestimento c’è un grande lavoro di preparazione, che dura anche quattro ore. “E’ molto faticoso, anche fisicamente, preparare un personaggio”, racconta. Il trucco è fondamentale, con quattro persone all’opera. “Per me che lavoro sulla verosomiglianza – spiega – le parole sono importanti, ma il dettaglio fa la differenza. I collaboratori del mio staff sono superconcentrati anche se sembrano l’armata Brancaleone”.
Subito dopo il festival, riprenderà il suo tour teatrale con lo spettacolo Performance, in cui porta in scena i suoi cavalli di battaglia: da Belen Rodriguez ad Ornella Vanoni, dal ministro Boschi alla criminologa Bruzzone, attraverso la lente deformante ed irriverente della satira. E poi, quando arriverà il momento, sarà pronta al salto verso il one woman show in tv.