Festival di Sanremo 2022: ecco le pagelle della seconda serata dell’Ansa.
Sanremo 2022, pagelle della seconda serata: bene Amadeus e Checco Zalone
AMADEUS: va liscio come un treno, la cui corsa ormai è partita. Prossima stazione: sabato sera. Certo, senza il fidato Ciuri si lascia meno andare alla spontaneità, ma è comunque una spalla che funziona anche con Checco Zalone. Dirige il traffico tra ospiti che vanno e che vengono. Insomma, è il bravo conduttore al posto giusto. VOTO: 7
LORENA CESARINI: l’idea c’era. Un monologo sul razzismo, che la giovane attrice, padre italiano madre senegalese vive sulla sua pelle tutti i giorni (e anche stasera sui social gli insulti si sono sprecati). Però, vuoi l’emozione, vuoi la lunghezza dell’intervento, vuoi che spezza la gara, risulta poco efficace. VOTO: 6
CHECCO ZALONE: la prima volta del comico all’Ariston. Finora il festival lo aveva sempre evitato come la peste. Ma all’appuntamento non stecca, e usa la sua comicità satirica e paradossale contro l’italiano medio per attaccare omofobi e virologi presenzialisti. VOTO: 7
LAURA PAUSINI: la lingua a cammello non manca mai l’appuntamento con il festival di Sanremo. Sempre e ancora emozionata, anche dopo 30 anni. VOTO: 7
Sanremo 2022, le pagelle della seconda serata: bene Elisa ed Emma, AKA 7EVEN 5,5
SANGIOVANNI – Farfalle. Da Amici a Sanremo in un anno, passando per 17 dischi di platino e la canzone più ascoltata del 2021. Tra i più amati dai giovani, porta all’Ariston la freschezza (e i tormenti) dei suoi neanche 20 anni. Parte bene, e si farà. VOTO: 6
GIOVANNI TRUPPI – Tuo padre, mia madre, Lucia. Chitarra e canotta nera, Giovanni Truppi non ha bisogno di orpelli. Quello che conta è la canzone, da chansonnier raffinato quale è. Chissà se il festival saprà apprezzare. VOTO: 6,5
LE VIBRAZIONI – Tantissimo. L’unica band e gli unici rockettari di quest’anno. Però qualcosa non funziona e i problemi di audio, e forse anche l’assenza di Beppe Vessicchio, penalizzano l’esibizione. Merito a loro per l’omaggio sulla cassa della batteria a Stefano D’Orazio. VOTO: 5,5
EMMA – Ogni volta è così. Magari ogni volta fosse così… una Emma intensa, che sperimenta ed esce dalla sua comfort zone, fino a commuoversi lei stessa. E una rivendicazione del girl power con Francesca Michielin alla direzione dell’orchestra. VOTO: 7,5
MATTEO ROMANO – Virale. Fenomeno di TikTok inizialmente sembra un po’ fuori posto su quel palco. Occhi da cerbiatto nell’arena dei leoni, ma sa il fatto suo e porta a casa la sufficienza. VOTO: 6+
IVA ZANICCHI – Voglio amarti. La canzone non è all’altezza della storia di Iva, con tre festival vinti nel palmares, ma lei, una voce ancora potente e limpida, merita comunque la standing ovation dell’Ariston non fosse che per i suoi 82 anni splendidamente e sfrontatamente portati. VOTO: 6
DITONELLAPIAGA & RETTORE – Chimica. Si divertono, e si vede. E nella testa risuona già il Chi-Chi-Chi contagioso e alla ricerca di leggerezza. Altro brano che si candida a tormentone del festival.
VOTO: 7+
ELISA – O forse sei tu. Classe, eleganza, una voce che incanta. E un mondo magico in cui entrare in punta di piedi. Ha atteso più di 20 anni per tornare a Sanremo in gara, ma è valsa la pena aspettare. VOTO: 8,5
FABRIZIO MORO – Sei tu. Meno urlato del solito, veterano del festival, porta se stesso, i suoi dubbi, le sue paure, la sua capacità di racchiudere tutto in un brano. VOTO: 7-
TANANAI – Sesso occasionale. In arrivo dai Giovani di Sanremo, non sembra particolarmente a suo agio, è imperfetto nell’esecuzione e il brano non lo aiuta troppo. VOTO: 5-
IRAMA – Ovunque sarai. Niente più smart working per lui. Dopo l’ultimo festival visto da una stanza d’albergo, deve prendersi la rivincita. Il pezzo prova ad andare oltre quello che ci si aspetterebbe da lui. La rete da pesca al posto della camicia non fa media (per sua fortuna). VOTO: 6,5
AKA 7EVEN – Perfetta così. Ci prova, ma non riesce a sfondare la quarta parete. VOTO: 5,5
HIGHSNOB & HU – Abbi cura di te. Sono un po’ gli alieni del festival, e loro sembrano sguazzarci. Non vanno per vincere, ma per dire che una musica diversa è possibile. VOTO: 6,5