SANREMO – Sono Ermal Meta e Fabrizio Moro i vincitori del Festival di Sanremo 2018. Secondi classificati Lo Stato Sociale. Terza Annalisa.
“Questo premio è anche di Febo”, ha detto Fabrizio Moro chiamando in causa l’autore della canzone più chiacchierata di questo Festival. “Undici anni fa dedicai la vittoria tra le Nuove Proposte con Pensa a mio padre, oggi dedico la vittoria a mio figlio, che sta a casa: ciao Libero”, ha aggiunto.
“Un’emozione indescrivibile”, dice Ermal Meta che dedica la vittoria alla Mescal, la sua casa discografica “che ha creduto in me, quando nessun altro lo faceva”.
Dopo la telenovela plagio non plagio, la Rai ha prima perdonato i due cantanti, poi li ha squalificati a sorpresa alla vigilia della seconda serata, per poi ripescarli il giorno successivo. Inevitabile che l’effetto traino abbia portato Meta e Moro in testa alla classifica, aldilà della loro indubbia abilità canora.
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Con la loro esibizione si è conclusa la 68esima edizione del Festival di Sanremo, un festival premiato da ascolti record, con una media di oltre 10 milioni e mezzo di spettatori in quattro serate, che ora dovrà fare i conti con questo successo e con la “formula Baglioni” per guardare al futuro.
Lo sa bene Fiorello, che dopo l’exploit della prima serata è rispuntato al telefono mentre sul palco c’era l’amica risanata Laura Pausini. “Claudio sei perfetto, Laura sei perfetta. Complimenti per il successo del festival. Mi viene da pensare a chi condurrà l’anno prossimo: gira voce che la Rai abbia già contattato il Papa e Melania Trump”.
Elegante nell’abito lungo nero tempestato di strass, Laura Pausini ha cantato “Non è detto”, guadagnatp la standing ovation nel duetto con Baglioni su Avrai e poi, sfidando il freddo pur non essendo al cento per cento, è uscita dall’Ariston per finire a cantare “Come se non fosse stato mai amore” sul red carpet, prestando il microfono al pubblico in delirio. Anche a telecamere spente lo show continua, con la cantante immersa tra i fan per una carrellata di selfie.
Il sorprendente Favino sa fare anche l”uomo della parola’: porta sul palco dell’Ariston un brano da La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, storia di estraneità e di esclusione, appena andata in scena all’Ambra Jovinelli di Roma. “Voglio poter urlare, voglio poter urlare anche se poi mi sparano addosso”, recita Favino con le lacrime agli occhi, in un crescendo di pathos. Sul finale entrano in scena Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni, che intonano insieme Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati. E la commozione contagia anche Baglioni.
Il dittatore artistico, in giacca di raso rossa, ha ormai preso gusto a prendersi in giro e fa il sosia pentito di sé stesso. Si concede una gaffe sul titolo del brano di Ultimo (Il ballo delle incertezze diventa Il ballo delle apparenze), tradendo forse un po’ di emozione. Qualche incertezza anche per Michelle Hunziker, che in compenso emana bagliori sia in total black da principessa sia nell’abito da sirena color sabbia rosato. L’autoironico Picchio, con la giacca bianca “da cameriere” prevede: “Domani titoleranno: Favino, piazza al tavolo 4”.
Esplosiva la performance della “vecchia che balla”: Paddy Jones si scatena con la sua danza acrobatica in platea mentre lo Stato Sociale fa scatenare l’Ariston con Una vita in vacanza. Emozionante il ballo dei nonni di Renzo Rubino, che si abbracciano mentre lui canta il suo brano Custodire. Gli Elii invece vanno in scena con i Neri per caso con Mangoni con la tuta da SG, il Supergiovane.