Santoro: “Grillo e Luttazzi non hanno creduto in Servizio Pubblico”

ROMA – Michele Santoro taccia di codardia Beppe Grillo, Adriano Celentano, Daniele Luttazzi e i fratelli Guzzanti: secondo il giornalista questi personaggi non hanno avuto il coraggio di seguirlo nell’esperimento di Servizio Pubblico.

Santoro ha scritto una lettera che è stata pubblicata sul Fatto Quotidiano. Ecco uno stralcio: “Molti artisti e giornalisti hanno deciso di appoggiare la nostra iniziativa, ma quelli che avrebbero potuto dare veramente una spinta al progetto, Celentano, Luttazzi, i Guzzanti, lo stesso Beppe Grillo non hanno voluto metterci la faccia per l’assenza di un punto di riferimento editoriale tradizionale oppure perché preferiscono agire da soli. Rispetto le loro scelte”.

Ma Santoro se la prende anche con i partiti: “Allo stesso modo i partiti dell’opposizione a Berlusconi, in primo luogo il Partito democratico, non hanno voluto scommettere su un movimento dal basso e non hanno voluto farsi tramite di una critica alla Rai che sfuggiva al loro controllo. Queste scelte sono poco rispettabili”.

Poi Santoro attacca Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera: “Aveva avanzato molti dubbi sulla effettiva capacità di Servizio Pubblico di reggere alla sfida della serialità, ma per diverse settimane la trasmissione ha comunque battuto reti consolidate attraendo un pubblico di massa”.

Infine Santoro risponde così a chi ha sottolineato che Servizio Pubblico ha già perso telespettatori: “E Auditel è stato comunque costretto a consegnarci il trofeo di una trasmissione che parte da zero ascoltatori (tanti ce ne sono sulla nostra multipiattaforma) e arriva al dodici per cento. Se qualcuno pensa di poter fare meglio di noi s’accomodi pure. La stampa con qualche lodevole eccezione ha ignorato questa enorme novità e si è concentrata su Santoro che perde ascolti come se il nostro fosse un programma della Rai, di Mediaset o di La7; come se chiedessimo a Il Fatto di battere Repubblica nelle vendite durante le prime settimane di vita ed essendo distribuito nella metà delle edicole; o a Fiorello di fare il 50 per cento su Telesanmarino, avendo a disposizione i nostri dieci euro per centomila (quarantamila euro a puntata) per ingaggiare Benigni o Jovanotti”.

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