Michele Santoro ha risposto. In apertura di Annozero il giornalista è tornato sulla vicenda della sospensione definendola una decisione “umiliante” che la Rai “non riserva neanche a chi ruba”. Santoro ha poi invitato i telespettatori a raccogliere firme su una dichiarazione da inviare, in un secondo momento, alla Rai.
“Ho la coscienza a posto, di minacce nella mia vita ne ho ricevute tante – ha esordito Santoro – Ma mi dà fastidio questa rappresentazione del conflitto tra me Masi. Se qualcuno dice che io e lui siamo come Stanlio e Ollio, nonostante i problemi di sterilità la mamma dei cretini resta incinta lo stesso”.
“Per me – ha aggiunto il giornalista – 10 giorni di sospensione sono una cosa umiliante, una pena che non si è data nemmeno a quelli che hanno rubato. E non è una cosa simpatica”.
Ma perché si chiede ironicamente Santoro “fino al 2001 non ho mai avuto problemi disciplinari? E dopo, cos’è successo?”. La verità, secondo il conduttore, è che “noi siamo il primo programma di informazione italiana e che qualcuno non “ce vo sta”.
Quindi Santoro ha spiegato cosa intende fare per evitare la sospensione. “Io dovrei andare come ho sempre fatto, dal giudice – ha detto – Con i miei avvocati abbiamo però valutato che non c’erano i tempi tecnici. Abbiamo scelto l’arbitrato interno, è una scelta che non amo”.
“Lo faccio per poter andare in onda in queste due settimane – ha spiegato il conduttore – ma in cambio vi chiedo una cosa. Raccogliete in ogni casa una dichiarazione che dice: “Io sono un abbonato della Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro”.
“Vorrei che voi non perdeste di vista questo diritto”, ha concluso Santoro avviando il programma.