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Simona Ventura: “In Rai dirigenti servi della politica”

di luiss_vcontursi |2 Agosto 2011 13:59

ROMA – ”Ho passato gli ultimi due anni in Rai a lottare, a difendere la gente che lavorava con me. Invece che guardare avanti, dovevo guardarmi le spalle”. Sono le parole a Vanity Fair di Simona Ventura: le prime dopo aver lasciato la Rai per passare a Sky. In una lunga intervista al settimanale, che le dedica la copertina, parla della situazione in Rai, di Victoria Cabello che la sostituira’ a Quelli che il calcio, ma soprattutto racconta le incomprensioni con l’ex direttore di Rai2 Massimo Liofredi, ”il peggiore”.

”Negli ultimi due anni – aggiunge la Ventura – e’ stata perpetrata, a danno della rete, una vergognosa desertificazione culturale. Un colore politico credo che in tv lo si possa avere: ma bisogna avere anche la professionalita’. Invece, piano piano, sono arrivati gli incapaci, e anche presuntuosi: servi della politica e niente piu’. La Rai si potrebbe fare con 9 dirigenti, invece che 54: il problema e’ che ci sono dirigenti capaci costretti a cercare protezioni per sopravvivere a quelli incapaci, che sono li’ solo perche’ protetti. Non ho dubbi sul peggiore: Massimo Liofredi”.

L’ex conduttrice dell’Isola dei famosi spiega: ”Liofredi non riusciva a gestirmi. Aveva capito che non gli avrei permesso di impormi personaggi indecenti, e comunque inadatti alle nostre trasmissioni”. Ora Liofredi non e’ piu’ direttore della rete: e’ stato trasferito a Rai Ragazzi, il canale per i bambini. E pare che, per questo, fara’ causa alla Rai per mobbing. ”La causa per mobbing avrei dovuto farla io per quello che ha fatto passare a me – ma non solo a me – in questi due anni, e per i colpi mortali che ha inferto al target di Rai2. Ha perso anche Santoro”.

”A Sky – aggiunge inoltre la Ventura – ho rivisto la Mediaset di vent’anni fa, quella con l’entusiasmo e la voglia di capire”. ”Ora anche Mediaset mi sembra smarrita. E fa effetto, perche’ un’azienda cosi’ – con una struttura dirigenziale di prim’ordine e autori eccellenti – potrebbe proporre programmi che non siano la riproposizione di quelli visti in Rai”.

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