Tg1, Il Fatto: “Sorgi al posto di Maccari. I tecnici prendono la gaffe al balzo”

Marcello Sorgi

ROMA – L’editorialista per la Stampa Marcello Sorgi prenderà il posto di Alberto Maccari al Tg1 per risollevare gli ascolti di una testata che ha perso ascolti.  La decisione, scrive il Fatto Quotidiano nell’articolo “i tecnici prendono la gaffe al balzo” scritto oggi 25 novembre da Carlo Tecce, è stata presa dal dg Luigi Gubitosi.

Scrive il Fatto:

“Anche i tecnici s’infuriano. E stavolta non finisce con un rimprovero. Il dg Luigi Gubitosi vuole cacciare prima del previsto Alberto Maccari, il direttore del Tg1, in scadenza di contratto il 31 dicembre, che ha commesso un gran pasticcio invitando venerdì sera al telegiornale soltanto Pier Luigi Bersani per poi recuperare (male) con il resto dei candidati del centrosinistra. Gubitosi ha scelto mercoledì per il Consiglio di amministrazione più atteso del suo mandato: fuori il berlusconiano (e pensionato) Maccari, dentro Marcello Sorgi , un ex, ora editorialista per la Stampa. E martedì, per evitare repliche di un’azienda che passa di partito in partito, il direttore generale avra’ un confronto con tutti i responsabili di canali e testate per preparare la Rai a una campagna elettorale senza oscillazioni a destra o sinistra. La politica tiene ancora le radici in azienda, Gubitosi cerca di non scontentare le parti e dialoga con chiunque: dialogare è la parola chiave, prima il dg di destra ignorava la sinistra, e viceversa”.

Ancora il Fatto:

“I vertici di viale Mazzini avevano isolato una terna per il Tg1: Monica Maggioni perchè donna, trasversale, cattolica, ma troppo vicina all’epoca minzoliniana (firmò la lettera di solidarietà); Mario Orfeo perchè equilibrato, esperto e in ascesa, ma al capo di un giornale, il Messaggero, inevitabilmente vicino a Pier Ferdinando Casini. Sorgi vanta una lunga carriera nel quotidiano degli Agnelli e lo stesso Gubitosi ha lavorato con la famiglia, in Fiat. La nomina potrebbe slittare al 15, seconda e ultima data utile, se l’azienda dovesse fallire l’aggancio dei voti berlusconiani in Cda, che potrebbero agire in ordine sparso”.

“La settimana che sta per cominciare è fondamentale per i tecnici, che avranno numerosi appuntamenti e numerosi ostacoli da superare: lunedì dovranno ufficializzare gli argomenti sul tavolo del Cda, che potrebbero includere i cambi di poltrona per Rai1, Giancarlo Leone per Mauro Mazza; Rai2, Angelo Teodoli per Pasquale D’Alessandro; forse Rai3, Andrea Vianello (molto stimato e molto amico di Gubitosi) per Antonio Di Bella. Il colpo più delicato da piazzare è il Tg1. Chi conosce bene l’azienda racconta al Fatto: “Maccari si è tirato addosso una condanna, chissà se consapevole o vittima di un giochino dei suoi capi che si stanno riposizionando. Certo è che il dg non si è mai incazzato come venerdì, anche perché non era stato avvisato. Ora tenterà di portare a casa il Tg mercoledì, il nome è Sorgi, ma se ci sono complicazioni c’è l’uscita di sicurezza del 15 dicembre. Chi avrà il coraggio, quel giorno, di far saltare il banco per blindare Maccari?”.

Conclude Carlo Tecce de Il Fatto:

“Per l’informazione pubblica è un passaggio fondamentale, che avviene a pochi giorni dall’elezione del nuovo segretario del sindacato Usigrai, Vittorio Di Trapani, arrivato a Rainews come borsista e da sempre impegnato nei comitati di redazione. A Salerno, durante il congresso Usigrai, Gubitosi ha incontrato i giornalisti del Tg1 scoprendo una forte avversione a Monica Maggioni (l’ex favorita), nonostante il presidente Anna Ma-ria Tarantola volesse una donna al comando del primo giornale televisivo. Il dg non poteva andare oltre la terna che aveva annunciato e, venuta meno la carta Orfeo, ha pensato di convergere su Sorgi, che già conosce e dai tempi di Fiat. Il prossimo direttore dovrà rivoluzionarie la testata che si ritrova sempre a mezzobusto nella palude dei partiti , fra pastoni, servizi brevi di un minuto e interminabili pro-mozioni turistiche. Ai tecnici piace il telegiornale stile Mentana con una incisiva presenza del conduttore, che non si limita a leggere con disinvoltura la scaletta sul gobbo. Gubitosi e Tarantola vogliono lasciare un segno durante il sonno dei partiti che stanno per tornare e restare simbolicamente imparziali, per poi magari ottenere una riconferma, un po’ come il loro principale mentore: il tecnico dei tecnici, Mario Monti”.

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