Tiziano Ferro ospite a Domenica In si commuove parlando del marito Victor e della loro storia Tiziano Ferro ospite a Domenica In si commuove parlando del marito Victor e della loro storia

Tiziano Ferro a Domenica In si commuove parlando di Victor

Tiziano Ferro ospite a Domenica In si commuove parlando del marito Victor e della loro storia
Tiziano Ferro a Domenica In si commuove parlando di Victor (foto da video)

ROMA – Tiziano Ferro, ospite a Domenica In, racconta a Mara Venier i momenti salienti della sua storia col marito Victor: ovvero il giorno in cui si sono conosciuti e quello della proposta di matrimonio. Nel ripercorrere le tappe principali della propria vita sentimentale, il cantante non ha trattenuto le lacrime.

Tiziano Ferro e l’incontro con Victor.

“Ricordo che quel giorno cercavo un caffè e chiesi a questo sconosciuto dove potevo trovare un bar. Lui mi disse che non poteva aiutarmi, ma che il giorno dopo me lo avrebbe offerto lui”. Poi la prima cena e un aneddoto che “a lui non ho mai raccontato”. “Quando arrivò il conto della cena io gli dissi che avevo piacere ad offrire io, lui mi bloccò il braccio e mi guardò… Lì capì che era Lui”.

La proposta di matrimonio.

“Il giorno del mio compleanno lui è venuto a casa mia, non vivevamo ancora insieme. Mi chiese di fargli un caffè e mi disse mi metterlo nelle tazze che lui aveva comprato su cui era inciso qualcosa: su una ‘Amore’ e sull’altra ‘Mi vuoi sposare?’ in inglese”. “Non ho fatto in tempo a girarmi che lui era già in ginocchio con l’anello”.

E giù lacrime: “Io non so come andrà questa relazione, spero bene, perché sono felicissimo, ma quello che mi ha dato in quel momento rimarrà per sempre. E’ stata un’emozione e un senso di sorpresa che non ricordavo dai Natale di bambino quando ricevevo esattamente ciò che volevo… Un’innocenza e uno stupore reale. E’ un privilegio di cui tratterrò l’emozione per sempre”.

Tiziano Ferro e la sua infanzia.

“Quando vedo dei bambini che si buttano nell’arte sono molto felice perché è la salvezza in un contesto in cui non sai chi sei e che vuoi. Il degrado ha delle forme non comuni, quello interiore è più silenzioso, è nascosto e corrode i giovani. La musica mi ha salvato da quel tipo di degrado. Il bello dell’arte è il fatto che lei ti sceglie e tu non lo capisci. Io non ricordo un giorno senza la mia musica. I miei coetanei giocavano a calcio e io ero troppo grasso, i miei soldi li spendevo per comprare i dischi. Non si poteva discutere con i ragazzi che parlavano di calcio, con le ragazze che cercavano il fidanzato….Potete chiamare la mia psicologa?”. (Fonte Rai – Domenica In).

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