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Vieni da Me, Carolyn Smith: “Quando Milly Carlucci mi fece chiamare, la mandai a quel paese…”

Vieni da Me, Carolyn Smith
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ROMA – Carolyn Smith è stata ospite di Vieni da Me e, intervistata da Caterina Balivo, la giudice di Ballando con le Stelle ha aperto i cassetti della sua memoria, raccontando aneddoti di vita privata e professionale.

La passione per la danza: “Ho iniziato a ballare a tre anni. Mia mamma già mi insegnava quando ero nella culla (ride, ndr)”.

L’esperienza in tv: “Quando Milly Carlucci mi fece chiamare per Ballando con le Stelle riattaccai e li mandai a quel paese. Poco dopo richiamarono e allora capii che non era uno scherzo. Mia suocera mi spingeva ad andare in tv, voleva vantarsi con le sue amiche del paese. Ormai sono undici edizioni che sto lì”.

Sui colleghi a Ballando: “Selvaggia Lucarelli? Quest’anno bene, non abbiamo mai litigato. Ivan Zazzaroni? E’ mio fratello, a chi dice che non capisce nulla dico che non è vero. Fabio Canino? E’ troppo simpatico, ironico. Guillermo Mariotto? Quando dice qualcosa rido di lui…”.

Quando da giovane si trasferì da Glasgow a Londra: “Quando finii la scuola mi ero promessa di trasferirmi a Londra, perché lì potevo ballare. I miei genitori mi seguirono: vendettero casa e lasciarono i propri lavori. Mia madre che aveva una sartoria trovò lavoro dalla Regina. Conobbi anche Lady Diana all’epoca. Era molto normale, venne in cucina dove stavo aspettando mia madre e lei si presentò come una qualsiasi persona. Due anni dopo però lasciai Londra per l’Italia, avevo trovato l’amore”.

Sulla sua vita di coppia: “Ero sposata con un uomo di Torino e quando mi stavo separando chiesi ad un mio allievo, Tino, di tradurmi le carte degli avvocati perché non capivo bene l’italiano. Dopo quattro anni che lo conoscevo arrivò il colpo di fulmine. Ora sono sposata con lui, da 30 anni”.

Sul tumore: “Sto cercando di aiutare più gente possibile perché la gente non deve vergognarsi, bisogna parlarne senza problemi anche in televisione. Quando andai per la prima volta in oncologia mi sono resa conto che molte persone vivono questo male come una vergogna. Gente lasciata da sola anche dalle rispettive famiglie. Non è possibile, non può essere un tabù”.

 

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