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Vieni da Me, il figlio di Vito Schifani: “Sento dentro di me una responsabilità enorme”

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Vieni da Me, il figlio di Vito Schifani: “Sento dentro di me una responsabilità enorme”

ROMA – Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta, morirono per mano di Cosa Nostra nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992. Oggi, 21 marzo, negli studi di Vieni da me, ospite di Caterina Balivo, c’era il figlio di Vito Schifani, uno degli agenti che perse la vita. Sullo schermo dello studio di Rai Uno viene proiettata la famosa foto di Capaci, con l’autostrada, un tratto dell’A29, completamente distrutta dopo che venne fatta saltare in aria: “Questo è un po’ l’emblema degli anni ’90 – racconta Emanuele, il figlio di Schifani – queste immagini le ho viste, non tante volte a dire il vero, ma abbastanza. Ho iniziato a vederle da solo, per curiosità, crescendo assumi una certa consapevolezza: quando guardo queste immagini è come se stessi guardando un film. Non è facile descrivere quello che provo guardando questa foto”.

Emanuele ricorda che a maggio compirà 28 anni, uno un più di quanti ne aveva il papà Vito quando morì: “Con mamma non ne ho mai parlato apertamente, vuoi sapere ma hai sempre paura a chiedere quando sei un ragazzino”.

La figura di suo padre gli è stata raccontata dalla mamma e dagli amici: “Veniva descritto come un uomo umile, buono, che avrebbe fatto di tutto per gli amici”. Emanuele è ora un militare della Guardia di Finanza, ma il suo nome resterà per sempre legato all’agente della scorta di Falcone: “Io non sono solo Emanuele Schifano, io sono il figlio di Vito Schifano. Sento dentro di me una responsabilità enorme, è questo il motore che mi spinge ad andare avanti ogni giorno”.

La moglie di Vito Schifani, Rosa Costa, diventò “famosa” nel giorno dei funerali di Falcone e della sua scorta per il noto discorso in chiesa, fra le lacrime e le urla. Il figlio all’epoca aveva 4 mesi: “Il discorso di mia mamma l’ho visto solo quando ero adolescente, anche in quel caso per curiosità, non ne avevamo mai parlato apertamente, poi a poco a poco mi è stato raccontato tutto”. (fonte: Rai Play)

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