ROMA – Ospite nel salotto di Vieni da Me c’è Marco Tardelli.
Dalla cassettiera Tardelli estrae come primo oggetto un escavatore giocattolo.
“A casa eravamo quattro maschi – racconta parlando della sua infanzia – ci siamo comportati bene. Sono nato in un paesino della Garfagnana, poi ho vissuto a Pisa. Città o campagna? Preferisco la campagna”.
“I miei non volevano che giocassi a calcio – svela – poi dopo si sono convinti. D’estate facevo il cameriere quando finiva la scuola. L’ho fatto dai 14 ai 18 anni. Feci anche il cameriere per Dino Zoff”.
A 16 anni, racconta Tardelli, il passaggio al Pisa. “Dicevano che ero magro, ed era anche vero” racconta.
“Era molto gracile ma coraggioso – dice il primo allenatore di Tardelli, Romano Paffi – ero certo che sarebbe diventato un grande allenatore. Feci di tutto per far passare Tardelli al Pisa. L’anno dopo esordì in Serie C”.
“Mi fai commuovere – dice Tardelli – ne abbiam passate tante. Lui è stato molto bravo con me”.
Arrivò la Serie C, il Como e poi… la Juve.
“Andai alla Juve – spiega – perché l’Inter non mi volle. Il Como aveva chiesto troppo soldi”.
Meglio Maradona o Pelé? “Maradona è stato davvero un fenomeno. Pelé l’ho incontrato e ci ho giocato contro quando già era negli Stati Uniti”.
Nel 1982 i giornalisti vi criticarono molto prima del Mondiale.
“Mi arrabbiai molto con Gianni Brera e non ho mai avuto occasione di scusarmi e mi dispiace”.
Moana Pozzi? “Bella e intelligente. Ci conoscemmo in un ristorante ma la cosa durò due giorni. Poi ne hanno scritto per anni”.
Scirea? “Era una persona onesta. Una persona della quale ti potevi fidare ciecamente.
Fonte: Vieni da Me.