Vieni da me, Renato Balestra contro Chiara Ferragni: "Elegante? Gli abiti non bastano" Vieni da me, Renato Balestra contro Chiara Ferragni: "Elegante? Gli abiti non bastano"

Vieni da me, Renato Balestra contro Chiara Ferragni: “Elegante? Gli abiti non bastano”

Vieni da me, Renato Balestra contro Chiara Ferragni: "Elegante? Gli abiti non bastano"
Renato Balestra in una foto d’archivio Ansa

ROMA – “Chiara Ferragni elegante? Gli abiti non bastano”, secondo Renato Balestra che, ospite di Caterina Balivo a Vieni da Me, si sbilancia commentando lo stile della influencer più popolare d’Italia. Lo stilista, 95 anni, ha ripercorso nel salotto televisivo, ricordi di vita personale e privata. Poi, incalzato dalla Balivo, ha parlato anche di tutte le donne che ha vestito e non solo. 

Balestra ha elogiato l’eleganza della sua interlocutrice: “La mia Audrey Hepburn“, ha detto riferendosi alla Balivo. E anche quella di Milly Carlucci: “Sempre impeccabile”. Ma non altrettanto generoso è il suo giudizio su un’altra icona di stile: Chiara Ferragni. Di lei Balestra non apprezza “certi errori…”. “La festa di compleanno all’interno di un supermercato mi è rimasta qui”, dice lo stilista, riferendosi alla festa organizzata all’interno di un Carrefour, nel 2018, per il compleanno di Fedez. Le foto in cui lei e i suoi ospiti giocavano con il cibo fecero indignare il web. “L’eleganza non è solo questione di stile e di come ci si veste – sentenzia Balestra – E’ anche come ci si comporta, come si parla, come si vive”.

Nel corso dell’intervista poi ha raccontato di uno spaventoso incidente avuto con un autobus dell’Atac nel 2014. “Ho visto la morte in faccia, per fortuna sono ancora qui a raccontarvi la mia storia”, ha ricordato. “Ripensandoci ancora mi emoziono: stavo entrando in macchina ed avevo un piede sul marciapiede ed un piede in auto. Un autobus ha sbandato, qualcuno diceva che il conducente stava guardando il telefonino, non era colpa mia”.

Quindi lo stilista ha ripercorso le tappe iniziali della sua carriera. Un successo arrivato per caso: “Il mio sogno era fare musica, ma in famiglia c’erano diversi ingegneri, così ho studiato ingegneria. Un giorno, all’università, un’amica che mi piaceva voleva farsi un abito. Aveva una stoffa e non trovava niente… sono andato a casa e ho disegnato un abito. Lei l’ha visto e l’ha portato ad una sarta e l’abito ha preso forma. Dopo sei mesi riceviamo una telefonata, perché il disegno dell’abito era arrivato alla Camera della moda di Milano”. 

Fonte: Vieni da Me

Gestione cookie