“Alcol e bikini sono i benvenuti”. Egitto, strategia acchiappa-turisti

Pubblicato il 6 Maggio 2013 - 18:54 OLTRE 6 MESI FA

DUBAI – “Serviamo ancora alcol e i bikini sono i benvenuti”. Il ministro del Turismo egiziano, Hisham Zaazou, prova a riacciuffare i turisti ancora troppo diffidenti a due anni di distanza dall’inizio della primavera araba.

Con la caduta del regime di Hosni Mubarak e i seguenti due anni di instabilità politica i turisti hanno cominciato ad evitare le località turistiche più gettonate. Zaazou ha voluto minimizzare le afferazioni di alcuni gruppi salafiti che chiedevano di proibire l’alcol e i bikini in spiaggia.

Luxor, Aswan, Sharm el Sheikh, Hurghada o Mars Alam, sono quasi deserte e Zaazou vorrebbe riempirle di nuovo di turisti. Tutte le parti politiche sono ben consapevoli del fatto che il settore è strategico per la sopravvivenza economica del Paese. Il turismo rappresenta l’11,3% del Pil egiziano e occupa quasi 4 milioni di addetti.

Nel 2010 il flusso di turisti era ancora di 14,7 milioni di visitatori. Dopo un anno erano già calati a 9,8 milioni. Sebbene ci sia stata una ripresa nel 2012 (11,5 mln) il ministro punta a un obiettivo molto più ambizioso: 30 milioni e 25 miliardi di fatturato entro il 2022.

Già ad aprile Zaazou aveva promesso che “allo scopo di mostrare al mondo intero come è la situazione reale nel Paese verranno presto installate delle webcam in tutte le località turistiche dell’Egitto: trasmetteranno immagini in streaming nelle principali città occidentali, per esempio nella metropolitana di New York o a Parigi”.