Borghi, i tesori del Terzo Miglio Mestrino

Pubblicato il 23 Dicembre 2010 - 03:45 OLTRE 6 MESI FA

Nessun tornante lungo il quale inerpicarsi, niente scorci mozzafiato perche’ dai sui 20 metri di altezza sul mare il panorama e’ quello tipico che puo’ offrire un paese di aperta pianura. Mestrino, undicimila abitanti, punto di snodo tra le province di Padova, da cui dipende, e Vicenza ha forse poco del ‘borgo’ classicamente inteso ma cela testimonianze storiche capaci di stimolare la curiosita’ di turisti non superficiali.

Mestrino non si nasconde tra valli o insenature eppure e’ quasi invisibile per quanti sfrecciano sulla vicina A4 o lo attraversano lungo la regionale 11. Chi ha tempo e voglia di avventurarsi in una sorta di caccia a tesori oggi seminascosti dalla modernita’ di un luogo dalla fiorente economia industriale e commerciale, parcheggi e si guardi attorno. L’origine di Mestrino risale con buona approssimazione ad alcuni decenni prima di Cristo: Mestrino si compone di due parole latine Milium-Trinum, ovvero al ‘terzo miglio’, denominazione usata per indicare le stazioni di cambio dei servizi postali romani situate a lato delle principali vie di comunicazione. Padova, provincia romana fin dall’anno 89 a.C., era attraversata dalla via Gallica che univa le province venete con le province occidentali, allora chiamate Gallie cisalpine. Giulio Cesare arruolo’ nelle sue legioni anche molti contadini di questi territori, uomini ai quali con il congedo furono assegnate le terre nei luoghi d’origine.

Cosi’ intorno a Padova sorsero numerosi centri agricoli tra i quali certamente Mestrino dove la fertilita’ dei terreni percorsi dal Medoacus, l’attuale Bacchiglione, rendevano il territorio ambita sede di stanziamento. Le frazioni di Arlesega e Lissaro risalgono altresi’ all’epoca romana. La prima era una cittadella fortificata, distrutta dalle incursioni barbariche e poi ricostruita nel medioevo, la seconda costituisce l’abitato di maggior importanza, infatti fu la sede della pieve suffraganea, rivendicata dal Vescovo di Padova, almeno dal 1077. E’ l’antica via Centrale, oggi 4 Novembre, a caratterizzare il cuore del paese assieme alla parrocchiale di San Bartolomeo. Il traffico non riesce a nascondere il grande porticato sulla strada principale lungo il quale agli inizi del 900 l’intera comunita’ si aggregava. Bastano pochi minuti di passeggiata sotto questi archi per un tuffo nel secolo scorso.

Chi ama ‘affondare’ nel medioevo invece ha a disposizione l’intera storia della frazione Arlesega. Ecco allora i I ruderi del Castello, la villa Borromeo, la villa Contarini con annessa Barchessa, Colombara e scuderie, oggi abitazione privata, l’ex molino con Posteria, dove ovviamente sino a tempi non lontanissimi si procedeva al cambio dei cavalli. Pochi sanno che ad Arlesega infine fiori’ un’antichissima fiera che successivamente si ingrandi’ e passo’ nel territorio di Grisignano di Zocco. Ora e’ la tanto celebrata ”Fiera del Soco”.