Fine settimana a Grado, le suggestioni dell’inverno

Di Luca Vivan di Lucavivan.com

Il mare d’inverno non è un luogo per le vacanze chiassose che si fanno d’estate, è un momento di raccoglimento, passeggiando sul lungo mare il mattino presto, quando ancora deve sorgere il sole o intrufolandosi tra vie deserte e silenziose in cui sopravvivono pochi ristoranti ed hotel. A molte persone, queste atmosfere rarefatte, senza molti rumori, senza l’allegra confusione dei mesi più caldi, mettono malinconia. Il mare d’inverno non è per tutti ma ci sono luoghi, come Grado, in Friuli -Venezia Giulia, che possono accendere l’interesse e diventare una scusa per un fine settimana insolito.

Località balneare degli Asburgo, Grado si affaccia nel mare Adriatico guardando l’Est, il Carso e l’Istria, che nelle giornate più limpide pare di toccare con le dita. In inverno poi, può capitare che dall’oriente ancora più lontano arrivi un vento che pulisce il cielo fino a far scorgere le cime innevate delle prealpi e delle Dolomiti. La Bora, è un vento dell’est che non fa prigionieri, spazza via nuvole e foschie, riempiendo di luce il mare e la terra.

Dopo che il vento ha sgombrato il grigio e magari qualche pensiero di troppo, si può approfittare della lunga spiaggia deserta per fare due passi, osservando i rilievi delle montagne che si spingono fino in Croazia, respirando un’aria pulita che dona energia e vitalità.

Dietro, oltre gli hotel costruiti in tempi recenti, si nasconde un piccolo tesoro, fatto di viuzze e piccoli palazzi, il centro storico. Qua si cammina sfiorando balconi aperti e piccole cappelle votive, e, se non fosse per una bici appoggiata ad un muro corroso dal sale del mare, sembrerebbe di stare a Venezia. Le calli di Grado parlano di tempi non molto lontani, in cui erano forti i legami con la regina dell’Adriatico e anche il dialetto di qui, è aperto verso il vicino Veneto più che alla terraferma, dove si vive e si pensa in friulano.

Se il vento non è ancora cessato o se il freddo morde le dita, ti puoi sempre rifugiare in due antiche chiese paleocristiane, la basilica di Sant’Eufemia e quella di Santa Maria delle Grazie, i cui mosaici e capitelli ci indicano che Aquileia, metropoli dell’Impero Romano, è solo a due passi.

Forse la spiaggia ti sembra piccola e banale, magari rispetto a quella di altri lidi più a sud, forse il centro storico ti lascia un po’ indifferente, perché ci sono antichità più grandi. Grado però non finisce qui, dietro tutto questo c’è una dimensione unica che pochi conoscono e che forse, nel silenzio quasi malinconico dell’inverno, diventa un miraggio da solcare con una piccola barca.

Bastano pochi metri, condomini, hotel e città svaniscono. La laguna di Grado è un regno fuori dal mondo, dove si vedono ancora vecchie case da pesca, i casoni, in cui i gradesi si rifugiano per una grigliata di pesce tra amici o per accompagnare il tramonto che infiamma i monti lontani, esperienze a cui anche il turista può accedere. Da alcuni anni infatti, in questo ecosistema antico e delicato esiste un albergo diffuso, che permette di vivere la laguna tutto l’anno, anche in questa stagione in cui tutto sembra dormire, aspettando tempi migliori per rifiorire.

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