GALLIPOLI – C’è chi vomita sulle scale altrui, chi dorme in strada, chi spaccia, chi fa sesso in spiaggia. Cronache di un turismo maleducato e cafone che sta letteralmente esasperando i salentini, tanto che il quotidiano la Repubblica ha incoronato Gallipoli nuova “capitale del turismo trash”.
In 300 sono andati a manifestare sotto il Palazzo di Città per difendere quella che un tempo era definita la Perla dello Jonio. I cittadini si sono organizzati in veri e propri “Comitati di liberazione” su Facebook e, armati di telefonini, sono andati a documentare le scene di degrado cui sono costretti ad assistere dopo ogni notte di bagordi. Ma per il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, si tratta di casi isolati dovuti anche e soprattutto all’incoscienza di chi affitta il garage di casa con qualche lettino per 5 euro a notte.
Più preoccupato è Mauro della Valle, presidente di Federbalneari Salento, non per il degrado cittadino ma per la pubblicità negativa che ogni nuovo episodio porta sui media nazionali.
“Non ascoltano quelle che sono le nostre osservazioni – spiega – è un fenomeno che dura pochi giorni, solo in una zona limitata dove insistono le discoteche frequentate da un target giovanile. Ogni anno si fanno passi avanti. Così si mette in difficoltà tutto il settore del turismo giovanile”.
Il target è per lo più quello dei grandi nomi dell’house music che ad agosto hanno riempito fino a scoppiare le discoteche gallipoline. Insieme ai dj è sbarcato in città un turismo più “selvaggio”, “on the road” e spesso non proprio osservante delle regole del buon vivere civile.
Fenomeni isolati, assicurano dalla regia di comando, non diversi da quanto accade nelle altre capitali del turismo festaiolo giovanile. Basta dare uno sguardo alle recenti pagine di cronaca di Barcellona, Ibiza, ma anche Rimini. Eppure all’ospedale di Gallipoli, tra luglio e agosto, si contano fino a 150 accessi al giorno.
“Almeno cento sono ragazzi e ragazze ubriache – spiega il direttore sanitario – Siamo arrivati a chiedere al sindaco ambulanze e campi sanitari accanto ai locali. Perché questo non è folclore, ma emergenza”.
Insomma un turismo indisciplinato c’è e non è solo questione di buone maniere. Ne va della sicurezza di tutti, autoctoni e visitatori. Lo scorso anno il Prefetto, Giuliana Perrotta, arrivò a emettere un provvedimento d’urgenza per chiudere in anticipo la stagione e vietare gli happy hour, dopo una serie di tentativi di stupro. “Non posso mandare l’esercito”, dice oggi sconsolata. E se è vero che “il turista non ce lo possiamo scegliere”, come ha osservato il sindaco Errico, sarebbe quantomeno auspicabile non facilitare e speculare su quella fetta di turismo che si accontenta di stanze senza servizi igienici e dormite all’aperto.
(Foto Facebook)