Iucn: “L’eco-turismo puo’ aiutare la conservazione”

BRUXELLES – Il turismo natura puo' promuovere la conservazione di siti preziosi, come quelli patrimonio dell'umanita'. L'importante e' che ci sia un piano di gestione appropriato, che consideri da subito uno sviluppo sostenibile dell'area, in collaborazione con gli operatori del settore. E' questa una delle raccomandazioni dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), nell'ultimo rapporto 'Turismo sostenibile nei siti natura patrimonio dell'umanita' '. ''Se gestiti in maniera sostenibile – spiega Giulia Carbone dell'Iucn – i siti patrimonio dell'umanita' possono dare ai turisti l'opportunita' di visitare alcuni dei luoghi piu' belli del mondo, portando allo stesso tempo beneficio all'ambiente naturale''. ''Come tante altre industrie – afferma Carbone – il turismo ha un impatto in aree sensibili come le aree protette, per questo bisogna dare grande importanza alle linee guida e agli investimenti, che garantiranno la conservazione del sito. Lo stesso settore privato ha interesse alla tutela delle aree naturali, ma serve conoscere le regole del gioco fin dall'inizio, per effettuare scelte a lungo termine''. Un caso 'modello' puo' essere considerato quello della valle di Jiuzhaigou in Cina, sito patrimonio dell'umanita', che e' partito da 170mila visitatori l'anno e oggi ne conta due milioni, con un giro d'affari di 200 milioni di dollari. Di fronte alla crescente pressione turistica, sono state messe a punto alcune misure, come un sistema di bus verdi di collegamento nelle vicinanze del sito, senza alcun altro tipo di trasporto nei confini del parco. Un altro provvedimento prevede un limite giornaliero di 12mila visitatori nel 2011, recentemente innalzato a 28mila. All'interno dell'area i turisti non possono passare la notte e quindi sono stati rimossi ristoranti e alloggi. Cio' non toglie che ci sia l'esigenza di una continua pianificazione, per assicurare che l'alto numero di turisti e la creazione di hotel e ristoranti nelle vicinanze non metta a rischio la sostenibilita' del sito nel lungo periodo. ''E' complicato dire quali misure siano efficaci o meno – spiega Maria Ana Borges dell'Iucn – considerando che le aree protette sono di vario tipo e costituite da diversi ecosistemi. L'importante e' che ci sia un piano di gestione adeguato, che coinvolga tutti gli operatori, le autorita' locali e l'industria''. Diventare siti Unesco di fatto ormai e' una sorta di 'brand', che porta turismo. I visitatori non solo possono contribuire finanziariamente alla conservazione delle aree protette, ma capire meglio l'importanza del patrimonio naturale. ''Non conta solo l'esperienza diretta a contatto con la natura – aggiunge Carbone – ma un intermediario, una guida, che spieghi ad esempio come funziona il ciclo dell'acqua, il ruolo di un animale nell'ecosistema, l'impatto delle risorse naturali nella vita quotidiana. In questo senso, i parchi sono le 'aule perfette' ''.

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