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Coronavirus, la coppia cinese lascia lo Spallanzani: “Thank you” VIDEO

ROMA – Sono stati dimessi i due pazienti cinesi che erano stati ricoverati allo Spallanzani di Roma per contagio da coronavirus. La coppia è ora negativa al virus e ha lasciato l’ospedale: la signora, nel momento di lasciare l’0spedale in sedia a rotelle, ha ringraziato e salutato i fotografi e cameraman. La donna ha detto “I’m Fine, thank you” (sto bene, grazie di tutto ndr). 

“La coppia di cinesi lascia definitivamente lo Spallanzani e sarà trasferita al San Filippo Neri per far completare la riabilitazione neuromotoria alla donna”. A dirlo è il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, ai microfoni di Sky. “E’ una notizia positiva che deve rendere orgogliosi tutti gli operatori sanitari italiani”, ha aggiunto. I coniugi cinesi, provenienti da Wuhan, arrivati in Italia per turismo sono stati i primi ad essere ricoverati in Italia perchè positivi al coronavirus.

D’intesa con la Asl Roma 1, la coppia di coniugi cinesi, da tempo negativizzata ed ormai guarita, sarà trasferita in giornata presso il Presidio ospedaliero San Filippo Neri di Roma,per far completare la riabilitazione neuromotoria alla Signora”. E’ quanto evidenziato nel bollettino medico di oggi, in merito ai coniugi cinesi, primi due casi positivi in Italia.

Coronavirus, Spallanzani: “Promuovere ricerca sui malati”.

“L’importante è che i soldi vengano raccolti con una destinazione chiara: bisogna promuovere una ricerca su questi malati per avere strumenti diagnostici, inquadramento clinico, tracciatura dei contatti e prospettiva dei vaccini”. A dirlo è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, intervistato su il Messaggero, e sulla raccolta fondi, chiede “un gesto concreto” per battere il coronavirus.

“Ormai da giorni, e con la massima professionalità di tutti, stiamo cercando di vincere questa guerra inattesa e così violenta – prosegue – la situazione a Roma e nel Lazio continua a essere sotto controllo e i dati lo confermano. Ma anche se i numeri dovessero restare contenuti e darci speranza, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia”. “Aiuti concreti e tangibili che possano essere subito messi a disposizione del nostro staff per migliorare la cura, la diagnosi, la ricerca, la terapia – spiega – serve l’aiuto veramente di tutti per obiettivi chiari. L’importante è che siano spesi bene”.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev

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