Coronavirus, cosa ci aspetta a Natale? Conte non fa previsioni, Crisanti dice che parlare di lockdown natalizio è da ottimisti…
Coronavirus e Natale, difficile fare previsioni su quello che succederà tra due mesi. Ci aspettano festività in lockdown? O sarà un lockdown morbido? O sarà arrivato il vaccino? L’ultima ipotesi è quella meno probabile.
Ora però il premier Conte non si sbilancia (“Non posso fare previsioni”). Invece il virologo Crisanti ha detto che era stato ottimista a parlare di lockdown a Natale.
Coronavirus e Natale. Conte: “Non faccio previsioni”
“Non faccio previsioni sulle ferie natalizie. Dico solo: rispettiamo tutte le regole e impegniamoci e poi auguriamoci tutti che potremo quanto prima riprendere anche le attività di svago”.
“Le misure più efficaci restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici. In queste situazioni occorre massima precauzione”.
Crisanti: “Ero stato ottimista”
“Ero stato ottimista quando avevo parlato di lockdown a Natale. Magari non chiamiamolo in questo modo, però con questi numeri arriveremo a un inasprimento delle misure di contenimento molto prima”. Così, in un’intervista a ‘Il Messaggero’, il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti.
“Abbiamo un doppio problema – afferma – I numeri che stanno venendo fuori sono un disastro. Dobbiamo abbassare la curva dei contagi, ma una volta ottenuto il risultato, dobbiamo essere in grado di mantenere la curva bassa. Ma è saltato completamente il sistema di tracciamento.
Le misure di contenimento sono inutili senza un piano organico per dotare l’Italia di un sistema che mantenga basso il numero dei contagi. È la vera sfida. Se invece di buttare soldi per acquistare i banchi a rotelle avessimo investito sul tracciamento e sulla capacità di eseguire i tamponi, oggi saremmo in una situazione differente.
Non possiamo andare avanti altri sei mesi solo con le chiusure. Quest’estate – ricorda – eravamo arrivati a 300 contagi al giorno, avremmo dovuto porci il problema e organizzarci per evitare che quel dato tornasse a salire mettendo in campo un reale ed efficace sistema di tracciamento e tamponi. Invece non abbiamo fatto nulla”.
“Per una volta che sono stato ottimista, sono stato smentito. Avevo previsto il lockdown a Natale, pensando che i positivi aumentassero in maniera graduale. Non mi sarei aspettato che il sistema territoriale di contrasto e tracciamento si sbriciolasse così velocemente. E’ evidente che un inasprimento delle misure sarà in rapido sviluppo se quelle che sono state messe in campo non funzioneranno”. (Fonti: Ansa, Messaggero e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)