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Fca chiede prestito da 6,3 miliardi, Conte: “E’ un’azienda che produce e lavora in Italia” VIDEO

ROMA – Al termine della conferenza stampa sulla fase 2, al premier Conte è stata posta una domanda sul maxi-prestito da 6,3 miliardi che Fca ha chiesto allo Stato italiano.

La casa automobilistica ha però sede legale in Olanda e quindi, implicitamente, è come se non avesse obblighi con l’Erario italiano. 

Conte ha replicato: “Se ne può beneficiare è perché corrisponde alle prescrizioni presenti nel decreto. Nel caso di Fca stiamo parlando di società che sono in Italia, producono e lavorano in Italia. Quello che pone è un problema che affronteremo nel decreto semplificazioni. C’è un problema di competizioni tra ordinamenti. Dobbiamo rendere più attraente il nostro Paese. Stiamo introducendo delle modifiche che puntano a scongiurare queste fughe all’estero”.

La conferma del prestito è arrivata dalla stessa azienda: Fca ha avviato la procedura, così come previsto dal Dl Liquidità, per chiedere una linea di credito per tre anni a Intesa Sanpaolo, con la garanzia della Sace, quindi dello Stato, fino a 6,3 miliardi. ossia il 25% del suo fatturato.

E promette che con tali risorse punta essenzialmente a rilanciare l’automotive italiano, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria ed economica da coronavirus. 

Le intenzioni di Fca sono bastate ad accendere il dibattito politico. Il primo è stato un tweet  del vicesegretario del Pd Andrea Orlando: “Senza imbarcarci in discussioni su che cosa è un paradiso fiscale credo si possa dire con chiarezza una cosa: un’impresa che che chiede ingenti finanziamenti allo Stato italiano riporta la sede in Italia. Attendo strali contro la sovietizzazione e dotti sermoni sul libero mercato”. 

A soffiare sul fuoco è stato anche Carlo Calenda: “Ovviamente la sede legale e fiscale torna a Torino. Perché altrimenti andremo sul surreale” (fonte: Agi, Agenzia Vista /Alexaner Jakhnagiev).

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