25 aprile, il solco sempre più profondo tracciato dalla guerra in Medioriente accende la miccia delle divisioni tra la comunità ebraica e le associazioni del mondo antagonista: anni di contrasti, sempre rimarcati nel giorno della Liberazione, stavolta sono sfociati in tensioni e insulti reciproci durante le celebrazioni proprio davanti alle lapidi della Resistenza. In due città simbolo della lotta partigiana, Roma e Milano, i contrasti sul conflitto a Gaza si prendono la scena.
Nella capitale a Porta San Paolo i movimenti filopalestinesi fronteggiano la Brigata ebraica, presente per ricordare i caduti della propria comunità, e il contatto viene evitato solo per la presenza delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Ma oggetti, bombe carta e offese piovono lo stesso. Dalle file della Brigata ebraica alcuni sassi vengono tirati anche contro i cronisti che riprendevano, mentre qualcuno tenta di forzare il cordone della polizia per raggiungere il presidio pro Palestina, da cui invece parte il grido “Fascisti”. “Basta con la violenza di chi giustifica un altro genocidio nei giorni nostri”, scandiscono ai megafoni i collettivi studenteschi, tra i partecipanti al “sit-in antisionista”, a cui viene a pochi metri risposto con fischi e il grido di “terroristi” e “assassini”, oltre al lancio di barattoli.
Scene di odio, seppur a distanza. Nelle fila del gruppo presente con la Brigata ebraica, un uomo che tiene la bandiera di Israele e la foto di una degli ostaggi di Hamas urla ad una manifestante pro Palestina: “Devi fare la fine delle donne ebree del 7 ottobre, devono stuprare anche te. Sei una razzista”. Anche un’altra manifestante denuncia insulti pesanti: ‘Ero da sola – racconta una manifestante – Mi hanno avvolto con la loro bandiera, sputato e insultato”. La situazione torna alla calma soltanto quando collettivi studenteschi, movimenti e centri sociali si mettono in cammino per raggiungere il corteo dell’Anpi, al quale i componenti della Brigata e dell’intera comunità ebraica non partecipano ormai da molto tempo proprio per le polemiche sulla presenza di bandiere dello Stato palestinese tra i partecipanti. “Sono mesi che la nostra comunità è sottoposta a provocazioni continue se non a veri e propri atti di violenza e anche oggi abbiamo dovuto manifestare sotto scorta”, sottolinea il presidente della comunità ebraica romana, Victor Fadlun. “Chi urla oggi – rincara la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni – dovrebbe aprire una pagina di un libro di storia”. A seguire le bombe carta gettate dalla Brigata ebraica contro i manifestanti propalestina.
Sfila, invece, a Milano la Brigata ebraica. Ma anche lì finisce nel mirino di alcuni manifestanti filopalestinesi: al termine dell’evento in piazza Duomo partono spintoni, schiaffi e bastonate contro i componenti della comunità ebraica giunti con i loro striscioni. “Fuori i sionisti dal corteo” e “siete come Hitler”, sono gli slogan diretti al gruppo pro Israele. Due sono i manifestanti fermati e portati in Questura mentre un ragazzo della Brigata è rimasto ferito, per fortuna non gravemente. L’anniversario della Liberazione quest’anno è stato il crocevia per lo sfogo di rancori dichiarati da anni, con i monumenti di Milano e Roma per un giorno spettatori dell’eterna battaglia sul conflitto arabo israeliano: ne è testimone la statua dedicata a Vittorio Emanuele II, estemporaneamente avvolta da una grossa bandiera della Palestina. Nel video che segue, le tensioni scoppiate al corteo di Milano.
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