Accordi prematrimoniali si potranno stipulare anche in Italia? Accordi prematrimoniali si potranno stipulare anche in Italia?

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Accordi prematrimoniali si potranno stipulare anche in Italia?
Accordi prematrimoniali si potranno stipulare anche in Italia?

ROMA – Anche in Italia si potrà stipulare un “accordo prematrimoniale. Almeno queste sono le intenzioni del Governo, che ha ricevuto una delega per la revisione del Codice civile.

I coniugi potranno disciplinare il patrimonio ed anche le questioni che riguardano la “prole” prima dell’arrivo di un’eventuale crisi matrimioniale. La questione figli è però un capitolo delicato: un accordo prematrimoniale avrebbe lo scopo di evitare che un figlio diventi “ostaggio” di un solo genitore. In questo caso però, l’accordo dovrà essere valutato da un giudice, per vedere se le decisioni prese “siano effettivamente corrispondenti ai bisogni dei minori”.

La questione figli, a detta di molti potrebbe però essere giudicata incostituzionale. Spiega Affari e Finanza di Repubblica che “l’aspetto critico riguarda la previsione dei ‘criteri per l’educazione dei figli’; in sostanza due genitori (la regola non vale per le coppie di fatto) potrebbero a tavolino stabilire in forma scritta come crescere la prole. Una previsione non solo inutile e farraginosa ma forse anche incostituzionale: i figli vanno cresciuti non solo sulla base della volontà dei genitori ma anche e soprattutto in funzione delle loro aspirazioni e delle inclinazioni naturali; è un diritto specifico dei minori che non può essere né imbrigliato né calpestato da un contratto tra i genitori”.

La delega metterà poi mano anche alla successione, “prevedendo la possibilità di trasformare la quota riservata ai legittimari  in una quota del valore del patrimonio ereditario”.

L’iter dell’approvazione di questi accordi prematrimoniali di cui si dibatte da diversi anni, sarà comunque abbastanza lunga. Verranno infatti introdotti attraverso un disegno di legge, ovvero una proposta governativa che dovrà essere sottoposta all’attento esame del Senato e della Camera con un iter molto più lungo rispetto a quello previsto per il Decreto Legge. 

Fonte: Affari e Finanza

 

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