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ROMA – Nelle scorse ore si è molto parlato dei passeggeri che, nel tentare di prendere i bagagli nella cappelliera, hanno ostacolato la fuga dall’aereo che, a Mosca, è andato in fiamme dopo un atterraggio di emergenza.
Ora, però, i media parlano invece di un episodio di eroismo. Si tratta del co-pilota, Maxm Kuznetsov, 36 anni, che, dopo essere uscito dal velivolo si è accorto che il suo capitano, Dnis Evdokimov di 42 anni, non era riuscito a mettersi in salvo. Non ci ha pensato due volte e si è arrampicato di nuovo sulla scaletta per aiutarlo a uscire.
Intanto è emerso che è stato un fulmine a costringere al tragico atterraggio di emergenza il jet: a sostenerlo è stato il comandante interpellato dal quotidiano Komsomolskaya Pravda. “A causa del fulmine – ha detto Evdokimov – abbiamo perduto il contatto radio e siamo passati al regime di pilotaggio manuale”.
Sono almeno 41 le persone che hanno perso la vita. Il Sukhoi Superjet-100 della compagnia di bandiera russa Aeroflot ha preso fuoco tentando un atterraggio di emergenza all’aeroporto Sheremetyevo, dal quale era decollato poco prima diretto a Murmansk. A bordo c’erano 78 persone. Nella tarda serata di domenica, il Comitato Investigativo ha poi annunciato che solo “37 sono sopravvissute”. Entrambe le scatole nere sono state recuperate.
Fonte: Ansa, Daily Mail, Corriere della Sera