Sindacato di polizia contro mamma Aldrovandi: tutto il Parlamento condanna

FERRARA – Una ventina di poliziotti del sindacato Coisp ha manifestato con bandiere e manifesti sotto le finestre dell’ufficio dove lavora Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi: nelle loro intenzioni era un presidio in solidarietà ai quattro poliziotti (Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri, Enzo Pontani), condannati in via definitiva per l’omicidio di Aldrovandi, avvenuto la notte del 25 settembre 2005. Ma agli occhi di tutti, dalla Moretti al sindaco di Ferrara, dal ministro dell’Interno all’intero Parlamento, è sembrata una provocazione inaccettabile.

La madre di Federico prima ha fotografato il presidio, postando la foto su Facebook. Poi è scesa anche lei in strada con una gigantografia del figlio morto. “Speravo di non dovere mai essere costretta a mostrare ancora in pubblico quella foto”, ha detto la donna, visibilmente commossa. I poliziotti l’hanno ignorata, voltandole le spalle. Poi si sono allontanati.

“Sapete quanto mi costi vedere e far vedere quella immagine, che mi distrugge profondamente. Però quando è necessario bisogna farlo”, ha raccontato la Moretti a Radio Città del Capo. “Non mi hanno mai rivolto lo sguardo – ha aggiunto -. Non mi guardavano nemmeno in faccia si sono girati dall’altra parte e piano piano se ne sono andati”, ha proseguito sottolineando: “È stata veramente una provocazione”.

Tutto è avvenuto in piazza Savonarola, davanti agli uffici del Comune di Ferrara. I poliziotti hanno scelto questa forma di protesta dopo che la Moretti, martedì 26, è stata assolta nella causa di diffamazione contro Mariaemanuela Guerra, la pm di turno quando fu ucciso il diciottenne ferrarese.

Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, è sceso chiedendo ai rappresentanti delle forze dell’ordine di spostarsi una decina di metri più in là. “Se fate la manifestazione sotto le finestre della mamma di Federico sembra una provocazione”, ha detto Tagliani. Poi ha discusso animatamente con l’eurodeputato di Fli Potito Salatto, (vedi il secondo video a seguire) che partecipava al presidio dei poliziotti. Il sindaco ha poi spiegato in un secondo momento di non volere mai più manifestazioni di questo tipo: “Ho chiesto a loro di spostarsi di qualche decina di metri, perché la manifestazione non risultasse provocatoria. Invece sono stato allontanato dalla piazza, nonostante abbia spiegato che la mia richiesta era nell’ottica di salvaguardare rapporti che in questi anni sono stati ripresi con difficoltà”.

Quella del sindaco di Ferrara è stata la prima di tante reazioni indignate contro il presidio del Coisp. Da Nichi Vendola a Luigi Manconi, da Ilaria Cucchi a Paolo Ferrero, da Gianni De Gennaro ad Anna Maria Cancellieri.

Il padre di Federico. “Caro Federico, è pazzesco, assurdo ed inconcepibile difenderti ancora e ancora dal male, nonostante lo Stato attraverso brave persone ti abbia chiesto scusa. Ricordo quel giorno in cui incontrammo il Capo della Polizia Antonio Manganelli e ricordo molto bene la sua reazione quando pronunciai la parola ‘sindacati'”. È l’inizio di una lunga nota affidata a Facebook da Lino Aldrovandi, padre di Federico, su quanto successo questa mattina: “Dalla sua risposta capii tante cose e la sua personalità in quel frangente mi colpì positivamente tanto da farmelo vedere, da quel momento in poi, come un amico vicino alla gente. Oggi – prosegue Lino Aldrovandi, che fa l’ispettore di polizia municipale nel Ferrarese – nell’apprendere di quanto accaduto, mi è venuto in mente quell’incontro”, quando “in quell’ora e mezza di un settembre di due anni fa, sentii Manganelli come un amico e come amico sentii un ministro degli Interni qualche anno prima, Giuliano Amato”. Non riuscirono, spiega Aldrovandi, “a restituirci un figlio, ma entrambi contribuirono onestamente a restituire rispetto e dignità per una morte assurda e ingiustificata”. Inoltre il padre di Federico ringrazia Tagliani e Patrizia Moretti: “Un abbraccio al mio sindaco e uno meraviglioso ad una mamma, forse un po’ mamma di tutti, ma soprattutto di Federico”.

L’intera aula del Senato, compresi i componenti del Governo, si è alzata in piedi per esprimere lo sdegno, su sollecitazione della senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi, per la protesta organizzata dai poliziotti del Coisp contro Patrizia Moretti. Quando la Bertuzzi ha preso la parola nell’aula del Senato, dopo il dibattito con il governo sui marò, tutti i parlamentari e gli esponenti del governo, premier compreso, presenti nell’emiciclo, si sono alzati in piedi e hanno battuto a lungo le mani per esprimere solidarietà a Patrizia Moretti.

Tra gli esponenti del governo hanno battuto le mani e si sono alzati in piedi in segno di solidarietà anche il ministro dell’Interno Cancellieri e l’ex capo della Polizia ora sottosegretario con delegata ai Servizi, Gianni De Gennaro. “La manifestazione indetta dal sindacato di Polizia – ha dichiarato la senatrice Pd Bertuzzi – continua a tenere aperta una ferita”. Il presidio di oggi dei poliziotti, rincara la dose la senatrice del Pdl, Anna Cinzia Bonfrisco, “ha superato ogni limite”.

La Cancellieri ha commentato così quanto successo a Ferrara: “No, non ci saranno sanzioni, ma un giudizio morale assolutamente negativo sì. Quei manifestanti non rappresentano la maggioranza della polizia”.

Gianni De Gennaro ha commentato così: “Ritengo sia un episodio doverosamente da condannare. Serve rispetto umano per una madre che ha perso un figlio. Sanzioni? Non sono più il capo della Polizia”.

La Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha telefonato a Patrizia Moretti per esprimerle affettuosa vicinanza: “È intollerabile che, oltre al dolore ineguagliabile per la perdita di un figlio, Lei debba subire l’offesa di una protesta così spietata e incivile. Ma sappia che non è sola: Lei è una figura di riferimento per tutti i cittadini italiani che vogliono credere nelle istituzioni e che da esse esigono comportamenti rigorosi”. La Boldrini ha invitato la signora Moretti a farle visita nelle prossime settimane a Montecitorio.

Anche gli altri sindacati di polizia prendono le distanze. “Manifestare in favore dei colleghi o per i colleghi è giusto ma quella del Coisp è stata soltanto una provocazione da cui prendiamo nettamente le distanze”: così il segretario del Sindacato autonomo di Polizia (Sap) Nicola Tanzi commenta il presidio sotto l’ufficio della mamma di Aldrovandi. L’episodio, sostiene Tanzi, nasce dal fatto che “per la prima volta in Italia, per un reato colposo, non è stato consentito l’accesso alle pene alternative e i poliziotti condannati sono andati in carcere. Questo – dice il segretario del Sap – lo riteniamo ingiusto e contro questo è giusto manifestare. Ma non nei modi utilizzati dal Coisp, che hanno solo il sapore di una provocazione”.

“Ci dissociamo completamente e senza tentennamenti da iniziative come quella posta in essere oggi a Ferrara da uno sparuto gruppetto di aderenti ad una sigla sindacale”. Lo dice il segretario del Siulp Felice Romano criticando l’iniziativa del Coisp. “La dolorosa vicenda Aldrovandi, iniziata con la morte del giovane Federico e che ha segnato tutte le parti coinvolte, in particolare i genitori ai quali va ogni assoluto rispetto senza eccezione alcuna, speravamo si fosse chiusa con la sentenza della magistratura – afferma Romano -. Le sentenze, per gli uomini di Stato e che hanno giurato di servire lo Stato, vanno sempre rispettate senza alcun commento”. “Lo voglio ribadire senza se e senza ma – prosegue il segretario del Siulp – perché a nessuno venga solo anche l’idea di omologare le migliaia di donne e uomini della Polizia che quotidianamente si sacrificano per la salvaguardia della sicurezza e della legalità”. Così come va ribadito che “questo gruppetto non rappresenta la maggioranza dei poliziotti”. Il Siulp, infine, annuncia che chiederà “un’indagine immediata e precisa per accertare chi abbia potuto, senza fare le dovute e necessarie valutazioni, autorizzare una simile manifestazione sotto l’ufficio dove lavora la madre del povero Federico”.

“Le estemporanee azioni dei singoli ricadono sotto la responsabilità, anche morale, degli stessi”. Lo afferma il Dipartimento di Pubblica sicurezza in merito al sit-in del Coisp sotto l’ufficio della mamma di Federico Aldrovandi ricordando che la posizione della polizia “era già stata ampiamente chiarita dall’allora capo della polizia Antonio Manganelli” nella lettera inviata alla donna nel luglio 2012. Manganelli nella lettera sottolineava come “… messa la parola fine alla verità giudiziaria, mi auguro che, operatori di polizia e cittadini possano riprendere, con rinnovata serenità e ancora maggiore convinzione, il comune percorso per l’affermazione del rispetto delle regole e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del nostro paese… perché l’errore dei singoli non inquini la fiducia verso l’istituzione che questi rappresentano…”. “Posizione – prosegue il Dipartimento – che ha ulteriormente cristallizzato quanto già espresso nell’incontro personale avuto dallo stesso Prefetto Manganelli con la madre di Federico, signora Patrizia Moretti, nel settembre 2011 a Ferrara”.

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