Antonio Pennacchi, quando sistemò Salvini in tv: “Vai a scuola, studia…” VIDEO

Antonio Pennacchi, quando sistemò Salvini in tv: “Vai a scuola”. L’ultimo “fasciocomunista” andava soprattutto letto, e non solo quel Canale Mussolini con cui vinse a sorpresa il premio Strega nel 2010. Sembra un’ovvietà ma non nel paese delle librerie da arredamento piene di scaffali imponenti colmi di libri di cartone. 

Antonio Pennacchi, quando sistemò Salvini in tv: “Vai a scuola”

Sanguigno e diretto, Antonio Pennacchi, scomparso ieri all’età di 71 anni nella sua casa di Latina (la chiamava ancora Littoria per amor di filologia e non per nostalgismi di maniera) aveva un rapporto complicato con la tv.

Non la amava (“detesto quei teatrini”) ma in tv funzionava, eccome. Il video che riproponiamo ne è un esempio anche divertente, ne aveva per tutti, non solo per il povero Salvini qui infilzato come uno spiedo per quella coazione a gigioneggiare tra battutine e mossette da avanspettacolo in luogo di un discorso ben argomentato.

“Vai a…scuola”, sbotta a un certo punto Pennacchi nello studio di La7. Stava per mandarlo al paese che sappiamo. Si arresta sul limite della volgarità, dalla parte cioè della lingua giusta, onesta. “Studia” invece di fare battute. “Tua madre ti doveva riempire di botte”.

Si discettava di Lombardia e del suo famoso “modello”, in realtà un mito ammaccato dalle inchieste e dagli arresti per corruzione. Sussiegoso e irridente, Salvini aveva buttato lì, “va bene, la Lombardia è la patria di tutte le mafie, glielo dico così lei è contento”.

Pennacchi detestava l’ironia del potente, il mezzo sorriso a nascondere il ghigno compiaciuto (“ma perché fa ‘ste cazzo di battute?”). Una forza della natura, televisivamente parlando. Ma dalla tv si tenne a distanza di sicurezza che quella ti mangia intero e ti risputa personaggio invece che persona, una macchietta al posto di un carattere.

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