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Aperta ai Musei San Domenico di Forlì la grande mostra di pittori e scultori impegnati nei ritratti (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Aperta oggi a Forlì la ventesima mostra dei Musei San Domenico con opere di pittori e scultori di ogni tempo che hanno rappresentato la loro immagine, i loro autoritratti. Ben 212 capolavori distribuiti in undici sezioni. Sabato il taglio del nastro con il ministro della Cultura Alessandro Giuli, domenica 23 l’apertura al pubblico. La straordinaria rassegna calerà il sipario il prossimo 29 giugno. Richiesti biglietti da tutta Italia. Nei weekend la mostra resta aperta dalle 9.30 alle 20. Eloquente il titolo di questa mostra corposa e singolare: ”Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”.
Dalla Antica Grecia ad oggi
Un viaggio nell’arte. Una occasione per vedere secoli di pittura e scultura con opere prestate dai più grandi musei del mondo: Roma, Venezia, Firenze, il Mart dí Rovereto, l’Orsay a Parigi; e poi ancora Budapest, Lubiana, Varsavia, Bruges, Denver. I visitatori troveranno i più grandi nomi come Tintoretto, il seicentesco Rembrandt, il Parmigianino fino ai maestri del Novecento come De Chirico, Guttuso, Balla, Sironi. Ogni artista è ben rappresentato. Qualche esempio? La celebre “Autosmorfia” del futurista Giacomo Balla (1871-1958), “l’Autoritratto con sigaretta” dí Renato Guttuso (1911-1987), le celebri “Maschere“ del pittore greco (nato a Trieste) Cesare Sofianopulo (1889-1968), amico di Modigliani (conosciuto a Parigi), l’Autoritratto di Francesco Hayez (1791-1882), il pittore veneziano che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana per essere stato l’autore del celebre dipinto “Il bacio” (conservato alla Pinacoteca di Brera) e di una serie di ritratti delle più importanti personalità del suo tempo. A Forlì è presente con un suo autoritratto accanto ad una tigre ed un leone in gabbia.
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Antonio Canova superstar
Gli organizzatori della mostra puntano molto su una bellissima scultura di Antonio Canova (1757-1882), il massimo esponente del Neoclassicismo, soprannominato per questo “il nuovo Fidia”; l’artista veneto è presente con la statua “Ebe”, un capolavoro esposto al centro di una sala, circondata da 18 superfici riflettenti. La scultura in marmo bianco, realizzata dal 1796 al 1817, nella storia ha avuto quattro versioni, acquistate dai re di Prussia, dalla prima moglie di Napoleone, da Lord Cawdor e dalla contessa romagnola Zauli Naldi Guarini. La scultura raffigura la dea Ebe, figlia di Zeus e della ancella Era. Ebe è raffigurata mentre incede a passo lieve, quasi da danzatrice, immersa in un atteggiamento riverente e silenzioso, sospesa su una nuvola. Da non perdere.