ROMA – Un uomo a Londra (sostenitore della Brexit) ha dato fuoco a una bandiera dell’Unione europea. Lo riporta la Bbc pubblicando la foto dell’uomo circondato da un gruppo di brexiteers, e a stretto giro i video hanno cominciato a girare sui social. Uno di loro ha al collo un megafono, un altro indossa una maglietta con la Union Jack stampata sopra. Tutti riprendono la scena con i loro smartphone.
Brexit: la contromanifestazione dei remainers.
Una manifestazione di ‘remainers‘ è in corso davanti al Parlamento di Westminster a Londra. in foto pubblicate dalla Bbc si vendono manifestanti con bandiere blu-stellate dell’Ue e con cartelli che recitano “Never in My Name” (Mai in mio nome) e alcuni con giochi di parole con l’assonanza fra EU e You: “Missing EU Already” (Ci manca già l’Ue) o “Sorry from Me to EU” (Scusa da me all’Ue).
Le tappe della Brexit.
Oltre tre anni e mezzo: una strada lunga e punteggiata da incognite quella che ha portato dal referendum del giugno 2016 all’uscita del Regno Unito dall’Ue il 31 gennaio 2020. Di seguito le tappe più significative:
– 23 giugno 2016. Nel Regno Unito si tiene il referendum per scegliere se lasciare o meno l’Ue: prevalgono i favorevoli all’uscita, i ‘Leave’, con il 52%, rispetto al 48% dei ‘Remainer’. Il premier conservatore David Cameron, che aveva indetto il referendum e guidato la campagna per il ‘Remain’, annuncia le sue dimissioni.
– 11 luglio 2016. Theresa May conquista la leadership Tory, è nuovo primo ministro. L’euroscettico Johnson è ministro degli Esteri.
– 29 marzo 2017. May invia al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk la lettera che fa scattare l’Articolo 50. Si fissa inoltre al 29 marzo 2019 la data per l’uscita dall’Ue.
– 18 aprile 2017. May annuncia elezioni anticipate.
– 8 giugno 2017. Alle elezioni il Partito Conservatore perde la maggioranza: per rimanere alla guida del governo May è costretta a trovare un accordo con gli unionisti nordirlandesi.
– 8 luglio 2018. Dopo mesi in cui May tenta di delineare un accordo, arrivano le dimissioni del ministro per la Brexit David Davis, il giorno dopo quelle di Johnson seguito da altri. In totale in 18 lasciano entro l’anno.
– 25 novembre 2018. Regno Unito e Ue raggiungono un accordo sui termini per l’uscita di Londra dall’Ue, che deve essere approvato da Westminster e dal Parlamento europeo.
– 13 dicembre 2018. Criticata per il suo accordo sulla Brexit, May è costretta a promettere le dimissioni prima delle elezioni.
– 15 gennaio 2019. Il governo perde il primo voto a Westminster sulla Brexit, è la peggiore sconfitta parlamentare nella storia.
– 20 marzo 2019. Obbligata dal parlamento, May chiede all’Ue una proroga fino al 30 giugno. L’Ue offre due date: il 22 maggio se l’accordo è approvato, altrimenti il 12 aprile.
– 11 aprile 2019. May chiede un altro rinvio, i leader Ue ne accordano uno “flessibile”, fino al 31 ottobre, ma se l’accordo viene approvato Londra può decidere di lasciare prima.
– 23 maggio 2019. Si tengono anche nel Regno Unito le elezioni europee, il giorno successivo May annuncia fra le lacrime le sue dimissioni da Downing Street.
– 23 luglio 2019. Boris Johnson diventa leader del partito Conservatore, entra a Downing Street da primo ministro.
– 28 agosto 2019. Il parlamento britannico è ‘sospeso’ per cinque settimane. Ma un mese dopo la Corte Suprema dichiara la decisione illegittima e i deputati tornano a Westminster.
– 19 ottobre 2019. Johnson è costretto a chiedere a Bruxelles un altro rinvio. L’Ue lo concede, fino al 31 gennaio.
– 29 ottobre 2019. La House of Commons approva la data del 12 dicembre per le nuove elezioni.
– 12 dicembre 2019. Dalle urne esce una netta maggioranza per i conservatori di Boris Johnson.
– 23 gennaio 2020. Il testo di legge per il divorzio di Londra dall’Ue diventa legge.
– 29 gennaio 2020. Il parlamento europeo approva l’accordo sulla Brexit.
– 31 gennaio 2020: il Regno Unito lascia ufficialmente la Ue alle 23 di Londra, la mezzanotte nell’Europa centrale. (Fonti: Ansa e Bbc).