ROMA – Lo stesso Beppe Grillo che oggi attacca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la proposta di amnistia e indulto, solo due anni fa sosteneva la campagna di Marco Pannella contro il sovraffollamento delle carceri, a favore dell’amnistia. Non solo: nel 2005 il comico genovese aveva firmato un appello, promosso da Francesco Cossiga, per una “amnistia di Natale”.
Sei anni dopo, in un post pubblicato sul proprio blog il 24 giugno del 2011, il futuro fondatore del Movimento 5 Stelle ospitava un video del leader radicale e scriveva:
“Marco Pannella si sta battendo per una causa giusta, contro le morti in carcere, ogni anno più di 150, molte di queste oscure e riportate purtroppo con regolare cadenza su questo blog. Non ci vogliono più carceri, ma meno detenuti. Va abolita la legge Fini-Giovanardi che criminalizza l’uso delle marijuana. I reati amministrativi vanno sanzionati con gli arresti domiciliari e un lavoro di carattere sociale. Inoltre, quando questo sia possibile, gli stranieri, extracomunitari o meno, devono poter scontare la pena, qualunque essa sia, nel loro Paese di origine, vicino alla famiglia. Il carcere in Italia non serve a riabilitare nessuno, ma a uccidere. E’, di fatto, una scuola di criminalità. Basta nuove carceri e che le istituzioni (ma quali? questo è il problema) ascoltino Marco Pannella.
Una visione ben diversa da quella del Movimento 5 Stelle, che ha bollato l’amnistia proposta da Napolitano un provvedimento per salvare Silvio Berlusconi e che ha persino chiesto le dimissioni del capo dello Stato, per bocca di Manlio Di Stefano.
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