Berlusconi, intervento-video dopo la condanna: “Ancora in campo con Forza Italia”

Berlusconi: "Parte dei giudici irresponsabili. Ancora in campo con Forza Italia"
Berlusconi: “Parte dei giudici irresponsabili. Ancora in campo con Forza Italia”

ROMA – “La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile” una “variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica”. Silvio Berlusconi rompe il silenzio dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la sua condanna a 4 anni di reclusione per il reato di frode fiscale. E lo fa con un video messaggio al Tg4 nel quale torna a lanciare i suoi strali contro una magistratura irresponsabile che lo perseguita fin dal giorno della sua discesa in campo.

Il Cavaliere si è rivolto agli italiani dopo una riunione d’urgenza con i vertici del Pdl a Palazzo Grazioli. Riunione iniziata pochissimi istanti dopo il verdetto. Nel suo discorso, Berlusconi ha riassunto la sua vicenda politica, dalla discesa in campo nel 1994 al presente, caratterizzata da un “continuo attacco” a suon di processi, iniziato dopo aver sconfitto “i comunisti”.

Resteremo in campo con Forza Italia – Berlusconi ha chiamato a raccolta “i giovani migliori e le migliori energie dell’imprenditoria” per rimettere in piedi Forza Italia e arrivare alle riforme. La più importante, ovviamente, quella della giustizia.

“Dal ’92-’93 c’è stata un’azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica”.

“Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi” che non avevano fondamento: è un “vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali”, ha proseguito.

Toni tutt’altro che distesi e pacati, tutto il contrario di quanto Napolitano gli aveva appena riconosciuto, rallegrandosi del “clima più rispettoso e disteso rispetto ad altri procedimenti in cui era coinvolto”.  Le parole di Berlusconi sono uno scossone vigoroso al governo Letta che si troverà ora ad affrontare una situazione gravida di incognite.

Dalla sua Letta ha ancora una volta il sostegno di Giorgio Napolitano. Ma Berlusconi resta sordo quando il capo dello Stato chiede rispetto per il lavoro della magistratura, dando l’altolà alle tentazioni dell’ala barricadera del Pdl. Napolitano vorrebbe che continui quel clima di ”serenità e coesione” che ha consentito finora al governo di andare avanti.

In cambio di un impegno di 20 anni quale è il premio? – si rammarica il Cavaliere – Accuse sul nulla e una sentenza che mi toglie la libertà e i miei diritti politici”.

In chiusura Berlusconi si ricompone, dopo l’urlo liberatorio di chi ha perso la battaglia giudiziaria. E lancia un appello elettorale che non lascia presagire lunga vita al governo: “Dal male cerchiamo come sempre di fare uscire un bene: ora spero che i miei 50 processi e questa sentenza facciano aprire gli occhi agli italiani che non sono stati consapevoli della realtà del Paese e che hanno sprecato il loro voto”. Infine, il Cavaliere, appellandosi soprattutto a chi si è astenuto alle scorse elezioni, si è augurato che “tutti insieme si possa recuperare la vera libertà”.

Non è un caso se in tutto il videomessaggio Berlusconi non abbia mai direttamente affrontato il capitolo sulla tenuta del governo. La rabbia forse è ancora troppa per prendere decisioni sul futuro. Quello che appare chiaro è che almeno per ora non ha convenienza a mettere in difficoltà il governo guidato da Letta. Tanto che esponenti di prima linea come Sandro Bondi, Nitto Palma e Fabrizio Cicchitto si affrettano a chiarire che la linea sull’esecutivo non cambia evitando così che almeno per ora sia a prevalere quella dei falchi.

Insomma, la strategia che prevale per ora è quella di rigettare la palla in campo avversario: far cadere il governo – è in sintesi quello che sottolineano alcuni dirigenti del Pdl – non ha senso ora perché Berlusconi decadrebbe anche da senatore. Quello che resta da capire ora e’ l’atteggiamento del partito democratico. Se infatti il Cavaliere decide di non lasciare lo scranno di palazzo Madama a decidere dovrà essere prima la giunta e poi l’Aula dove si potrebbe chiedere anche il voto segreto: Decidano loro se rompere o meno l’alleanza, è la linea dettata dall’ex premier, più che convinto che nei prossimi giorni quelli ad essere in difficoltà saranno proprio i Democratici e le diverse anime che compongono il partito.

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