Nuovo spettacolare video dei robot della Boston Dynamics. Questa volta si dedicano al parkour, lo “sport” urbano che prevede salti e acrobazie per superare ostacoli di ogni tipo. Quale occasione migliore per spingere al limite le capacità di questi robot umanoidi? Nato negli anni ’80 in Francia da un gruppo di appassionati di salti e arrampicate, il parkour è una disciplina freestyle. L’obiettivo è mettersi alla prova per superare con fluidità qualsiasi tipo di ostacolo urbano.
Boston Dynamics, i robot alla prova del parkour
Da qualche tempo il parkour è diventato anche banco di prova per le capacità dei robot Atlas della Boston Dynamics. E così, dopo il ballo di dicembre 2020 sulle note di “Do you love me”, questi robot umanoidi tornano in video per dimostrare le loro abilità.
Sessanta secondi spettacolari che vedono protagonisti una coppia di umanoidi correre e saltare tra una varietà di ostacoli simili. Il parkour, spiegano i ricercatori, è l’occasione perfetta per sperimentare nuovi comportamenti.
I robot umanoidi una sfida per la ricerca
“Dal punto di vista tecnico, i robot umanoidi presentano diverse sfide importanti per una squadra di ricerca”, sottolinea Scott Kuindersma, capo del team dedicato al progetto Atlas. “La loro combinazione di dimensioni e complessità crea difficili sfide nella progettazione dell’hardware, in relazione al rapporto tra resistenza e peso, tempo di esecuzione, gamma di movimenti e robustezza fisica”.
Kuindersma prosegue: “Allo stesso tempo, il nostro team di controllo deve anche creare algoritmi in grado di ragionare sulla complessità fisica di queste macchine per creare un ampio insieme di comportamenti coordinati, che consumano molta energia”.
“E’ difficile pensare a un mondo, tra 20 anni, dove non ci saranno robot in grado di muoversi con grazia e affidabilità. Robot capaci di lavorare fianco a fianco agli esseri umani per migliorare le nostre vite. Siamo nei primi giorni della creazione di questo futuro. E la dimostrazione del parkour è solo una piccola anteprima di quello che sarà possibile fare”. A dirlo è Ben Stephens, un altro ingegnere della Boston Dynamics.