SAO PAULO – Fred sente il fiato di Lovren addosso: il contatto non c’è, ma il centravanti del Brasile crolla a terra. L’arbitro Nishimura fischia il rigore, i croati vanno su tutte le furie: Neymar va dal dischetto e segna. E’ il punto di svolta della partita.
Ma è anche l’inizio delle polemiche dei Mondiali 2014. Non si parla d’altro nei talk show televisivi, non si parla d’altro allo stadio. E non parlano d’altro i croati a fine partita. Questo è il ct Kovac:
«Se quello è rigore, non c’è più bisogno di giocare a pallone. Giochiamo a basket piuttosto. È una vergogna. Faremmo meglio a mollare tutto e andarcene a casa se questo deve essere il modo di iniziare una Coppa del Mondo. È una questione di rispetto e questa sera la Croazia non ne ha ricevuto in nessuna forma».
Le immagini confermano in maniera impietosa quello che dicono i croati. Sulla competizione c’è già la solita ombra dei favori arbitrali alla squadra padrona di casa. Parliamoci chiaro, forse il Brasile avrebbe vinto anche senza questo aiuto. Eppure, per superare questa ostica Croazia è servita la spintarella dell’arbitro giapponese. Ora sta al Brasile dimostrare di essere capace di andare avanti con le proprie gambe.
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