Brexit, fila chilometrica di tir davanti all’Eurotunnel: aziende temono il blocco delle consegne con l’anno nuovo VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Dicembre 2020 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA
tir in fila nel kent

Brexit, fila chilometrica di tir davanti all’Eurotunnel: aziende temono il blocco delle consegne con l’anno nuovo

Code chilometriche di tir nel Kent, Inghilterra meridionale, che attendono di arrivare all’eurotunnel per poi raggiungere il continente europeo.

Si tratta, secondo i media del Regno Unito, di un traffico molto più alto del solito, causato dal clima di insicurezza nelle ore cruciali per giungere a un accordo sulle relazioni post-Brexit fra Gran Bretagna e Ue.

Brexit, molte aziende accumulano merci per paura di interruzioni nelle consegne

Molte aziende stanno accumulando merci nel tentativo di evitare interruzioni delle consegne attraverso la Manica.

Interruzioni che potrebbero verificarsi al termine del periodo di transizione post-Brexit, previsto per la fine dell’anno.

Fin dalla mattina di oggi, sabato 19 dicembre, si segnalano code sull’autostrada che porta all’ingresso del tunnel sotto la Manica sono iniziate nella zona di Ashford.

Le code si sono poi estese per una decina di chilometri fino all’ingresso del tunnel a Folkestone.

C’erano anche lunghe code di mezzi pesanti lungo la M20 tra Capel-le-Ferne e il porto di Dover (il video in fondo all’articolo).

Brexit, i negoziati proseguono tra mille difficoltà

La maratona negoziale post-Brexit fra l’Unione europea ed il Regno Unito, in quste ore si sta consumando a ritmo serrato.

La pesca, principale scoglio dei colloqui, continua a tenere in ostaggio il futuro accordo di libero scambio fra Bruxelles e Londra.

Tra dieci giorni ci sarà però la scadenza del periodo di transizione.

Periodo in cui il Regno di Elisabetta II abbandonerà definitivamente il mercato unico europeo e l’unione doganale.

Il negoziato tecnico si è incagliato nelle acque agitate della Manica e del Mare del nord, ricche di pesce, che fanno gola ai Paesi costieri europei mentre Londra punta a ristabilire la sua sovranità anche lì.

In questo braccio di ferro il Regno Unito punta a far rispettare i suoi diritti sovrani sulle sue acque sin dal primo giorno.

Ciò garantirà alle sue flotte una quota molto maggiore del pescato.

Ma questo dossier non è l’unico nodo da sciogliere.

Il capitolo del cosiddetto Level playing field – regole comuni a garanzia d’una concorrenza leale – non è ancora stato chiuso completamente.

Nell’Unione cresce il malumore per una trattativa così estenuante incagliata sulla pesca, dossier che ha poco peso per l’intera Unione ma forte valore economico (oltre che simbolico) per Francia, Olanda, Belgio e Danimarca.

Tuttavia appare improbabile che si possa chiudere con un accordo che non accontenti tutti e 27 e che la lasci vinta a Londra (fonte: Ansa, YouTube).