Buco nero immortalato mentre divora una stella

MILANO, 24 AGO – Un gigantesco buco nero nella costellazione del Dragone e’ stato sorpreso mentre divorava una stella dopo essersi risvegliato da un lungo sonno.

Questa ‘colazione’ spaziale e’ avvenuta a 3,8 miliardi di anni luce dalla Terra, ed e’ descritta da due articoli pubblicati su Nature. Fondamentale il contributo dell’Italia alla scoperta: ben dodici fra gli autori di uno studio sono ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e quattro tra gli autori operano presso l’Asi Science Data Center dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) a Frascati.

L’ingordo buco nero, chiamato Swift J1644+57, e’ stato ‘tradito’ dal fascio ad altissima energia che si e’ prodotto durante l’ingestione della stella e che si e’ propagato in direzione della Terra.

Le prime avvisaglie risalgono al 28 marzo scorso, quando, dal buio cosmico, il fascio di raggi X ha investito in pieno il satellite Swift della Nasa. Da allora, pur scemando, il flusso non si e’ piu’ arrestato. Gli astronomi lo hanno osservato e analizzato per mesi, con strumenti dallo spazio e da Terra, fra i quali il Telescopio Nazionale Galileo dell’Inaf.

”Quello che Swift ha rivelato il 28 marzo scorso e’ un evento unico, previsto dai modelli teorici ma mai osservato prima”, afferma Paolo Giommi, direttore dell’Asi Science Data Center. ”E’ accaduto che un buco nero di taglia extralarge si e’ mangiato una stella”, spiega Gabriele Ghisellini, dirigente di ricerca presso l’Inaf-Osservatorio astronomico di Brera e fra i coautori di uno dei due articoli.

”La malcapitata – continua – ha avuto la sventura d’avvicinarsi troppo al raggio d’influenza del mostro, finendo spappolata in tanti detriti e divorata in un tempo relativamente breve”. In seguito si sono formati due getti, in direzioni opposte, che trasportavano parti della stella distrutta e una notevole quantita’ di campo magnetico.

”Uno di questi getti si e’ diretto esattamente verso la Terra – precisa l’esperto – ed e’ stata proprio questa particolarita’ a rendere l’evento cosi’ eccezionale, perche’ e’ molto raro che il nostro Pianeta venga a trovarsi al centro del mirino di questi getti spaventosamente veloci”.

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